Mohsen Kadivar (محسن کدیور in persiano; Fasa, 7 giugno 1959) è un filosofo e teologo iraniano.
Sposatosi nel 1981, ha quattro figli.
Completati gli studi primari e secondari a Shiraz in Iran, Mohsen Kadivar è stato ammesso a frequentare i corsi di ingegneria elettronica presso l'Università di Shiraz nel 1977. In quegli anni cominciò ad interessarsi anche di politica che gli costò un arresto nel maggio 1978. Assecondando le sue aspirazioni, nel 1980 cambiò corsi di studi entrando nel Seminario sempre di Shiraz. L'anno dopo si trasferì a Qom per specializzarsi nella fiqh ed in filosofia e fu allievo anche dell'Ayatollah Hossein-Ali Montazeri. Si diplomò prima in ijtihad nel 1997 e poi, nel 1999, conseguì anche il PhD in filosofia e teologia islamica presso Università Tarbiat Modares di Tehran.
Kadivar iniziò, quindi, la sua attività di insegnante prima presso il seminario di Qom (fiqh e filosofia islamica) e poi presso le Università Imam Sadegh, Università Mofid e Università Shahid Beheshti (filosofia e teologia islamiche). Oggi è presso il dipartimento di filosofia dell'Università Tarbiat Modares.
Kadivar collabora frequentemente con diversi quotidiani iraniani (ha all'attivo circa 100 articoli) ed ha pubblicato dodici libri tra cui Teorie dello stato nella fiqh sciita, tradotto anche in arabo. È anche un importante critico della Repubblica islamica iraniana e per questo ha scontato una condanna a 18 mesi presso la prigione Evin di Tehran. Rilasciato il 17 luglio 2000, continua ad impegnarsi in vari movimenti riformatori iraniani.
Dei nove libri pubblicati da Kadivar, quattro trattano di teologia politica e tre di questi sono ordinati in una trilogia:
In La teoria dello stato nella giurisprudenza sciita (Nazarrieh haye Doulat dar Figh'h e Shi'eh) Mohsen Kadivar individua un'ampia gamma di opinioni religiose riguardo ai diversi tipi di governo auspicabili o permessi dalla teologia sciita. Ciascuno di questi è introdotto o avvalorato richiamando le opinioni più autorevoli della giurisprudenza sciita.
Il significato di questa suddivisione nel contesto politico iraniano contemporaneo è molto importante: la teologia politica shiita, che i religiosi al governo presentano come monolitica, come un obelisco su cui sono incisi i segni del mandato assoluto del giureconsulto "Velayat e Motlaghe ye Faghih", diventa un attraente prisma nelle mani esperte di Kadivar, ammettendo non meno di nove forme di governo distinte, tutte suggerite e sostenute dai più illustri studiosi e testi religiosi.
Dopo aver segnalato una intera gamma di autorevoli possibilità per la società islamica, Kadivar lancia la sua critica della tesi più assolutista tra queste: la teologia dell'Ayatollah Khomeini.
Governo per mandato ("Hokumat e Vela'i"), il secondo volume della serie di ben 432p, Kadivar lo considera preminente nella trilogia oltre che il più accademico che abbia mai scritto.
Il libro contiene un attacco frontale e sicuro alla tesi del "Velayat e Motlagheh ye Faghih" di Khomeini, custodito gelosamente nella Costituzione della Repubblica islamica iraniana.
Il lavoro si sviluppa in due fasi:
«Il principio della Velayat e Faqih non è ne intuitivamente ovvio ne razionalmente necessario. Non è ne una richiesta della religione (Din) ne una necessità di denominazione (Mazhab). Non è neppure parte dei principi generali sciiti (Osoul) ne una parte di precetti dettagliati (Forou'). È, invece, per il quasi consenso degli Ulama sciiti, niente di più di una ipotesi giurisprudenziale minore.»
Il Governo per momina (Hokoumat e Entesabi) è il terzo volume della trilogia ed affronta le conseguenze politiche, il disappunto ed il disincanto che un governo basato sul mandato divino ha comportato.
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