Morte e Trasfigurazione | |
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Compositore | Richard Strauss |
Tipo di composizione | Poema sinfonico |
Numero d'opera | 24 |
Epoca di composizione | 18 novembre 1889 |
Prima esecuzione | 21 giugno 1890 Festival di Eisenach |
Dedica | Friedrich Rosch |
Durata media | 25 minuti |
Organico |
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Movimenti | |
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Morte e Trasfigurazione (in tedesco Tod und Verklärung), Op. 24, è un breve poema per grande orchestra di Richard Strauss. Strauss iniziò la composizione nella tarda estate del 1888 e completò il lavoro il 18 novembre 1889. L'opera è dedicata a Friedrich Rosch, amico del compositore.
La musica rappresenta la morte di un artista. Su richiesta dello stesso Strauss, l'amico Alexander Ritter si ispirò alla composizione e ne tradusse in versi il significato.[1] Mentre l'uomo giace morente, i pensieri della sua vita riaffiorano nella memoria: l'innocenza della sua infanzia, le lotte della sua virilità, il raggiungimento dei suoi obiettivi mondani e, alla fine, il conseguimento della sospirata trasfigurazione "dall'infinita grandezza del cielo".
Strauss diresse la prima il 21 giugno 1890 al Festival di Eisenach (nello stesso programma ci fu anche la prima esecuzione della sua Burleske per pianoforte e orchestra). Diresse inoltre questo lavoro per la sua prima esecuzione in Inghilterra, il 15 giugno 1897 alla Queen's Hall di Londra.
Il critico musicale inglese Ernest Newman descrisse il poema come una musica per cui non si vorrebbe morire o svegliarsi. "È troppo spettacolare, troppo brillantemente illuminata, troppo piena dello sfarzo di una folla, mentre si tratta di un viaggio che si deve fare molto tranquillamente, e da solo".
Ci sono quattro parti (con i pensieri poetici di Ritter condensati):
Una esecuzione tipica dura circa 25 minuti.
Il lavoro è scritto per una grande orchestra con i seguenti strumenti: 3 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti in Si bemolle, clarinetto basso, 2 fagotti, controfagotti, 4 corni francesi in Fa, 3 trombe in Fa e Do, 3 tromboni, tuba, timpani, tam-tam, 2 arpe, violini i e ii, viole, 2 violoncelli, contrabbassi.
In una delle ultime composizioni di Strauss, "Im Abendrot" dai Vier letzte Lieder, Strauss richiama in maniera toccante il "tema della Trasfigurazione" dal suo breve poema di 60 anni prima, durante e dopo il verso finale del soprano, "Ist dies etwa der Tod?" (È questa forse la morte?).
Poco prima della sua morte, faceva osservare che la sua musica era assolutamente corretta; i suoi sentimenti rispecchiavano quelli dell'artista rappresentato all'interno; Strauss disse a sua nuora, mentre giaceva sul letto di morte nel 1949: "È una cosa strana, Alice: morire è proprio come l'ho composto in Tod und Verklärung".[2]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 186109452 · GND (DE) 300157436 · BNE (ES) XX2087340 (data) · BNF (FR) cb13919829f (data) · J9U (EN, HE) 987007602049505171 |
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