Near-Earth Asteroid Scout | |
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Emblema missione | |
Immagine del veicolo | |
Illustrazione artistica del NEA Scout | |
Dati della missione | |
Operatore | NASA |
NSSDC ID | 2022-156H |
Destinazione | 1991 VG |
Fly-by di | 1991 VG |
Esito | Fallimento, non è stato possibile stabilire un contatto, dichiarata perduta |
Vettore | SLS Block 1 |
Lancio | 16 novembre 2022
7:47 (1:47 EST) |
Luogo lancio | Kennedy Space Center LC-39B |
Durata | 2,5 anni |
Proprietà del veicolo spaziale | |
Costruttore | JPL |
Strumentazione | fotocamera monocromatica ad alta risoluzione di grado scientifico |
Parametri orbitali | |
Orbita | orbita eliocentrica |
Sito ufficiale | |
Il Near-Earth Asteroid Scout (NEA Scout) è stata una missione spaziale progettata con l'obiettivo di sviluppare un veicolo spaziale controllabile del tipo CubeSat a basso costo munito di vela solare e capace di incontrare asteroidi vicini alla Terra (NEA).[1][2][3] Il NEA Scout è uno dei 10 CubeSat trasportati con la missione Orion EM-1 in un'orbita eliocentrica nello spazio cislunare sul primo volo dello Space Launch System (SLS) lanciato il 16 novembre 2022.[3][4][5] L'obiettivo della missione era il corpo minore 2020 GE.[6]
Al 18 novembre 2022, due giorni dopo il lancio, la comunicazione con il veicolo spaziale non era ancora stata stabilita. A seguito del mancato contatto La NASA ha inviato ordini di emergenza per dispiegare la vela solare. In caso di successo, la vela spiegata sarebbe stata visibile con i telescopi da terra, ma a dicembre 2022 non vi era alcuna indicazione che il dispiegamento fosse avvenuto e NEA Scout è stato considerato perduto.[7]
Il Marshall Space Flight Center (MSFC) della NASA e il Jet Propulsion Laboratory (JPL) hanno sviluppato insieme questa missione con il supporto dei Goddard Space Flight Center, Lyndon B. Johnson Space Center, Langley Research Center e i quartieri generali della NASA.[1]
L'obiettivo era quello di colmare le lacune di conoscenza su un asteroide vicino a terra (NEA), nella gamma di 1–100 m, identificato per l'esplorazione umana.[3][8] I NEA nella gamma da 1 a 100 m sono scarsamente conosciuti per le sfide che derivano da rilevamento, osservazione e monitoraggio a lungo termine. Si è ipotizzato che gli oggetti nella gamma di dimensioni 1–100 m siano frammenti di oggetti più grandi. Tuttavia, è stato anche suggerito che questi oggetti potrebbero essere effettivamente macerie.[3]
I ricercatori della missione sostengono che la caratterizzazione di NEA più grandi di 20 m di diametro è di grande importanza per scoprire strategie di mitigazione per la difesa planetaria. Inoltre, la caratterizzazione dei target di NEA Scout supporterebbe una eventuale Asteroid Redirect Mission.[3]
Inizialmente il target pianificato era il NEO 1991 VG.[9] 1991 VG venne scoperto poco dopo il suo passaggio a sole 0,003 AU dalla Terra il 6 novembre 1991, per poi ritornare a 0,06 AU dalla Terra ad agosto 2017.[10][11] Suscitò interesse a causa dell'incontro ravvicinato, prevedendo che un simile NEO non avrebbe avuto una stabilità a lungo termine. Successivamente è stato scelto 2020 GE come nuovo obiettivo della missione.[6]
Le osservazioni sarebbero state eseguite usando un CubeSat che avrebbe eseguito un flyby a distanza ravvicinata (~10 km), equipaggiato con una fotocamera monocromatica ad alta risoluzione di grado scientifico per misurare le proprietà fisiche di un oggetto vicino alla Terra selezionato per l'esplorazione umana, in modo da ridurre i rischi per una missione con equipaggio. Le informazioni raccolte avrebbero riguardato parametri orbitali, proprietà fisiche globali, rapporto di rotazione, massa/densità, mappatura del campo di particelle e detriti in vicinanza del target, albedo e classe spettrale dell'asteroide, morfologia superficiale, proprietà della regolite e morfologia regionale e locale.[3]
L'architettura del veicolo, presentata nel 2014, è basata su un CubeSat a 6 unità con una busta all'interno, leggermente più grande di 10 × 20 × 30 cm, e una massa di meno di 12 kg,[5] un sistema propulsivo a gas freddo, con componenti commerciali facilmente reperibili. Una volta in orbita sarebbero stati estesi 4 bracci da 7 metri l'uno, dispiegando la vela solare da 83 m² costruita in poliammide alluminato.[3] La durata della missione è di circa 2,5 anni.[3]