New Right

La New Right[1][2] (Nuova Destra), nota anche come alt-lite[2] (alternativa leggera), o alt-light[3], è un movimento politico di destra i cui membri si considerano separati sia dal conservatorismo tradizionale sia dall'alt-right, essendo le loro visioni contrastanti. Il concetto di alt-lite è principalmente associato al panorama politico statunitense, nel quale esso è emerso nel 2017.

Negli Stati Uniti, il termine New Right si riferisce a due movimenti politici conservatori storicamente distinti.[4] Queste New Right americane sono distinte e opposte alla tradizione più moderata dei cosiddetti repubblicani Rockefeller. La New Right differisce anche dalla Old Right (1933-1955) su questioni riguardanti la politica estera e dai neoconservatori (neocon) che si oppongono al non interventismo della Old Right.[5] Mentre nel Regno Unito si riferisce più specificamente a un filone di conservatorismo influenzato da personaggi come Margaret Thatcher e Ronald Reagan. Lo stile Thatcher dell'ideologia della New Right, noto come Thatcherismo, è stato fortemente influenzato dal lavoro di Friedrich Hayek (in particolare dal libro The Road to Serfdom).[6]

Keegan Hankes, un collaboratore del Southern Poverty Law Center, la ha descritta come una propaggine dell'alt-right, in quanto, pur affermando di rifiutare le politiche identitarie di quest'ultima - incluso il nazionalismo bianco e il razzismo - ne condivide altre caratteristiche e credenze chiave.[7]

Prima New Right

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Negli Stati Uniti, fra gli anni '50 e inizio degli anni '60, iniziarono a svilupparsi movimenti controculturali di destra, come conseguenza delle tensioni interne agli orientamenti della Old Right statunitense, causate dalle guerre mondiali e dal New Deal di Franklin Roosevelt, considerato espressione di una crescente espansione del potere statale. In questo nuovo movimento si svilupparono più tendenze: il libertarianismo di destra, l'anarco-capitalismo, il minarchismo, il fusionismo, il populismo di destra, il paleolibertarianismo e il paleoconservatorismo.[8][9]

La prima New Right (1955-1964) era incentrata sul libertarianismo di destra, il tradizionalismo e l'anti-comunismo espressi dalla National Review di William F. Buckley.[10] Sociologi e giornalisti avevano già usato il termine "new right" fin dagli anni '50; con intento di auto-identificazione, fu usato per la prima volta nel 1962 dal gruppo attivista studentesco Young Americans for Freedom.[11]

La prima New Right abbracciò quello che chiamò "fusionismo" (un'apparente sintesi dell'economia liberale classica, dei valori sociali tradizionali e dell'anticomunismo)[12] e si unì negli anni precedenti la campagna presidenziale del 1964 di Barry Goldwater. La campagna di Goldwater, che non riusci a spodestare il presidente in carica Lyndon B. Johnson, accelerò la formazione di un nuovo movimento politico.

Nel nuovo movimento politico della New Right importanti figure saranno l'economista di scuola austriaca Murray Rothbard[13] e il filosofo Robert Nozick[14], quest'ultimo noto per aver fondato una sezione locale di Student League for Industrial Democracy che nel 1962 cambiò il suo nome in Students for a Democratic Society[15]. A partire dagli anni '60, Rothbard cercherà di creare alleanze con la New Left[16][17][18][19] e con la Old Right.

Negli anni '90, Rothbard prenderà una strada populista, fondando il Paleo Movement promotore del populismo di destra e del paleolibertarianismo, uno dei cui punti chiave sarà il concetto espresso dallo slogan America First.[20]

Seconda New Right

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La seconda New Right (dal 1964 in poi) si è formata sulla scia della campagna di Goldwater e aveva un tono più populista rispetto alla prima New Right. La seconda, infatti, tendeva a concentrarsi su questioni marginali (come l'aborto) ed era spesso collegata alla destra religiosa.[21] La seconda New Right formò un approccio politico e un apparato elettorale che portò Ronald Reagan alla Casa Bianca nelle elezioni presidenziali del 1980 1980. La New Right è stata organizzata nell'American Enterprise Institute e nella Heritage Foundation per contrastare il cosiddetto "establishment liberale". Sia nei gruppi di riflessione d'élite, sia nelle organizzazioni delle comunità locali, nei decenni successivi sono state elaborate nuove politiche, strategie di marketing e strategie elettorali per promuovere politiche e istanze fortemente conservatrici.[22]

Altre tendenze della New Right

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Dal 2016, lo sciovinismo occidentale è considerato parte della alt-lite secondo la Anti-Defamation League e le dichiarazioni di Gavin McInnes.[23]

Differenze con l'alt-right

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Il termine "alternative right" è stato coniato da Paul Gottfried, ma è stato successivamente adottato da Richard B. Spencer che ha cercato di usarlo per promuovere idee nazionaliste bianche attraverso la destra politica negli Stati Uniti. Tuttavia, sono rimaste opinioni divergenti sul termine; alcuni lo interpretavano come un termine generico per un'ampia gamma di elementi di destra al di fuori del neoconservatorismo allora dominante nel movimento conservatore degli Stati Uniti, inclusi paleoconservatori, libertari, localisti e populisti di destra, nonché nazionalisti bianchi.[24] Nel 2010, molti dei nazionalisti di destra non bianchi che hanno usato il termine hanno preso le distanze da esso dopo che è diventato sempre più evidente che Spencer intendeva il termine come una bandiera del nazionalismo bianco.[24]

Nel 2016, quando il termine alt-right è diventato popolare nel discorso pubblico degli Stati Uniti, è tornato ad essere usato da molte persone che non erano nazionalisti bianchi ma che lo consideravano un termine comunque utile per distinguersi dal conservatorismo americano tradizionale.[25]

Un promotore italiano della New Right è Daniele Capezzone, noto per il suo libro Per una nuova destra, dove viene preso in esempio il Boston Tea Party[26] e riferimenti all'attuale Tea Party[27].

  1. ^ (EN) New Right | political movement, su Encyclopedia Britannica. URL consultato il 3 novembre 2021.
  2. ^ a b (EN) "Alt-right" or "alt-lite"? New guide from ADL classifies right-wing activists, su Newsweek, 19 luglio 2017. URL consultato il 3 novembre 2021.
  3. ^ (EN) Condé Nast, The Alt-Right Branding War Has Torn the Movement in Two, su The New Yorker, 6 luglio 2017. URL consultato il 3 novembre 2021.
  4. ^ Frohnen, Bruce P.. Beer, Jeremy. Nelson, Jeffrey O.., American conservatism : an encyclopedia, ISI Books, 2006, pp. 624-625, ISBN 1-932236-43-0, OCLC 492678944. URL consultato il 5 novembre 2021.
  5. ^ Bruce Frohnen, Jeremy Beer e Jeffrey O. Nelson, American conservatism : an encyclopedia, ISI Books, 2006, p. 625, ISBN 1-932236-43-0, OCLC 64690866. URL consultato il 5 novembre 2021.
  6. ^ Simon Lee e Matt Beech, The Conservatives under David Cameron : built to last?, Palgrave Macmillan, 2009, pp. 23-24, ISBN 978-0-230-57564-6, OCLC 259265671. URL consultato il 5 novembre 2021.
  7. ^ (EN) With Questions of Ideological 'Purity Tests,' the Alt-Right Stumbles, su Southern Poverty Law Center. URL consultato il 3 novembre 2021.
  8. ^ (EN) Daniel Bell, The New American Right, vol. 10, Criterion Books, 1955, ISBN 978-1377024561.
  9. ^ (EN) Michael Malice, The New Right: A Journey to the Fringe of American Politics, All Points Books, 2019, ISBN 978-1377024561.
  10. ^ Bruce Frohnen, Jeremy Beer e Jeffrey O. Nelson, American conservatism : an encyclopedia, ISI Books, 2006, p. 624, ISBN 1-932236-43-0, OCLC 64690866. URL consultato il 5 novembre 2021.
  11. ^ Viguerie, Richard. The New Right: We're Ready to Lead. 1981, Caroline House, p. 53
  12. ^ Bruce Frohnen, Jeremy Beer e Jeffrey O. Nelson, American conservatism : an encyclopedia, ISI Books, 2006, pp. 338-341, ISBN 1-932236-43-0, OCLC 64690866. URL consultato il 5 novembre 2021.
  13. ^ (EN) kanopiadmin, National Review and the Triumph of the New Right, su Mises Institute, 22 ottobre 2007. URL consultato il 3 novembre 2021.
  14. ^ (EN) Jonathan Lieberson, HARVARD'S NOZICK: PHILOSOPHER OF THE NEW RIGHT, in The New York Times, 17 dicembre 1978. URL consultato il 3 novembre 2021.
  15. ^ Columbia College Today, su college.columbia.edu. URL consultato il 3 novembre 2021.
  16. ^ (EN) kanopiadmin, Rothbard's Time on the Left, su Mises Institute, 30 luglio 2014. URL consultato il 3 novembre 2021.
  17. ^ (EN) kanopiadmin, The New Left Was Great (Before It Collapsed), su Mises Institute, 24 ottobre 2007. URL consultato il 3 novembre 2021.
  18. ^ (EN) MARKETS UNLIMITED: A BIOGRAPHY OF MURRAY ROTHBARD, su libertarianism.org. URL consultato il 3 novembre 2021.
  19. ^ (EN) Kevin Carson, The Left-Rothbardians, Part I: Rothbard, su Center for a Stateless Society. URL consultato il 3 novembre 2021.
  20. ^ (EN) Murray Rothbard, Right- Wing Populism: A Strategy for the Paleo Movement By Murray N.Rothbard (PDF), in RRR, Gennaio 1992, p. 9.
    «7. America First. A key point, and not meant to be seventh in priority.»
  21. ^ David De Leon, Paul Gottfried e Thomas Fleming, The Conservative Movement, Twayne Publishers, 2006, pp. 77-95.
  22. ^ Arin Kubilay Yado, Wiesbaden: VS Springer 2013, in Think tanks : the brain trusts of US foreign policy, ISBN 978-3-658-02935-7, OCLC 1132074353. URL consultato il 5 novembre 2021.
  23. ^ (EN) From Alt Right to Alt Lite: Naming the Hate, su Anti-Defamation League. URL consultato il 3 novembre 2021.
    «Who’s Who: The Alt Lite»
  24. ^ a b (EN) George Hawley, Making sense of the alt-right, 2017, ISBN 978-0-231-54600-3, OCLC 990778368. URL consultato il 3 novembre 2021.
  25. ^ (EN) George Hawley, Making sense of the alt-right, 2017, pp. 140–141, ISBN 978-0-231-54600-3, OCLC 990778368. URL consultato il 3 novembre 2021.
  26. ^ Daniele Capezzone, 4. Serve un equivalente liberale della lotta di classe, in Per una nuova destra, Piemme, 2021, ISBN 978-88-566-8235-9.
    «Stefano Magni, su «Atlantico», ha avuto il merito di riportare alla luce uno degli eventi fondativi dell’identità americana: «Nel Boston Tea Party del 1773, rivoltosi camuffati da nativi americani abbordarono le navi inglesi alla fonda e versarono in mare tutto il loro carico di tè, protestando contro tasse e monopolio commerciale imposti da re Giorgio III. Fu un gesto dimostrativo forte che, allora, ebbe una risonanza simile all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Chi fa lo schizzinoso per il paragone, sappia che i rivoltosi di allora, considerati “bifolchi”, “plebaglia”, “contrabbandieri” e “faccendieri” (oggi si aggiungerebbe anche “evasori”) non godevano affatto di buona stampa negli ambienti che contavano».»
  27. ^ Daniele Capezzone, 1. Grover Norquist e il suo “Lasciateci in pace”, in Per una nuova destra, Piemme, 2021, ISBN 978-88-566-8235-9..
    «Un’ispirazione sicura e forte, oltre che di immediata comprensibilità popolare, per un centrodestra liberale, innovativo e riformatore può venire dall’americano Grover Norquist, animatore e leader di Americans for tax reform, l’associazione antitasse e pro contribuenti che sottopone da anni a candidati ed eletti statunitensi (e, in particolare per gli eletti repubblicani, si tratta di un must pressoché imprescindibile) il Taxpayer Protection Pledge, cioè un impegno scritto solenne a non votare mai e in nessun caso aumenti di pressione fiscale, e anzi a operare nella direzione opposta. Qui da noi, i giovani e bravi animatori del Tea Party Italia importarono il meccanismo alle elezioni del 2013, quando in pochissimi firmammo il pledge: nella mia vita precedente, quando ero direttamente impegnato in politica, ho avuto l’onore di essere il primo candidato italiano a sottoscriverlo e, da eletto, ho scrupolosamente operato in questa direzione.»

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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