Nitromannite | |
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Nome IUPAC | |
(2R,3R,4R,5R)-esano-1,2,3,4,5,6-esol-1,2,3,4,5,6-esanitrato | |
Nomi alternativi | |
mannitolo esanitrato nitromannite nitromannitolo | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C6H8N6O18 |
Massa molecolare (u) | 452,16 |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 239-924-6 |
PubChem | 61818 |
SMILES | C(C(C(C(C(CO[N+](=O)[O-])O[N+](=O)[O-])O[N+](=O)[O-])O[N+](=O)[O-])O[N+](=O)[O-])O[N+](=O)[O-] |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 1,604 |
Temperatura di fusione | 112 °C (385,15 K) |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
pericolo | |
Frasi H | 201 [1] |
Consigli P | --- |
La nitromannite o mannitolo esanitrato è il prodotto di nitrazione della mannite. È un potente esplosivo, più stabile della nitroglicerina, e si impiega nei detonatori, come esplosivo secondario.
Il processo di produzione è la nitrazione del mannitolo con miscela solfonitrica, con acido solforico al 98% e acido nitrico dal 65% in su, anche se una certa percentuale d'acqua nell'acido nitrante favorisce la sostituzione dei gruppi idrossilici (OH) con gruppi nitrato (ONO²). È insolubile in acqua ma solubile in solventi polari come alcool e acetone, nei quali viene disciolto e ri precipitato in una soluzione acquosa di sali carbonatici al fine di eliminare eventuale acido intrappolato tra i cristalli, e dunque rendere il prodotto finale più stabile. Si utilizza anche in miscela con PETN. Ha fattore R.E. di circa 1.70