Notobatrachus | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Superclasse | Tetrapoda |
Classe | Amphibia |
Ordine | Anura |
Famiglia | Leiopelmatidae |
Genere | Notobatrachus |
Il notobatraco (gen. Notobatrachus) è un anfibio estinto, appartenente agli anuri. Visse nel Giurassico medio (Batoniano - Calloviano, circa 167 - 164 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Argentina.
Questo animale, al contrario di altre "rane" primitive come Vieraella e Prosalirus, era di dimensioni ragguardevoli, e poteva raggiungere i 20 centimetri di lunghezza. Tra le varie caratteristiche di Notobatrachus si ricordano vertebre presacrali anficele (concave sia anteriormente che posteriormente), costole libere associate con processi trasversi robusti, e il radioulnare privo di un olecrano ben sviluppato. Le ossa mascellari di Notobatrachus erano dotate di denti, anche se il loro numero e la posizione lungo il margine del mascellare erano differenti a seconda delle specie: nella specie tipo, N. degiustoi, i denti erano presenti lungo quasi tutta la lunghezza del mascellare, mentre in N. reigi erano presenti solo nel primo terzo del mascellare.
Notobatrachus venne descritto per la prima volta nel 1956 da Osvaldo Reig, sulla base di numerosi fossili ritrovati in terreni del Batoniano della Patagonia e classificati come Notobatrachus degiustoi; i fossili comprendono molti esemplari di varie dimensioni e diversi gradi di sviluppo, ed è quindi stato possibile ricostruire parte della sequenza ontogenetica. Un'altra specie leggermente più recente risalente al Calloviano, sempre proveniente dalla Patagonia, è N. reigi (Baez e Nicoli, 2008). Questa specie è nota per esemplari più frammentari.
Notobatrachus è stato attribuito alla famiglia attuale dei Leiopelmatidae (Sanchiz, 1998), ma alcuni autori hanno ritenuto che alcune caratteristiche plesiomorfiche di Notobatrachus non permettano di ascriverlo ad alcuna famiglia di anuri attuali; questo animale sarebbe da escludere dai veri e propri anuri, seppur nell'ambito del clade Salientia che comprende anche gli immediati outgroups degli anuri, come Triadobatrachus e Czatkobatrachus (Escapa et al., 2008).