Oedistoma Salvadori, 1876 è un genere di uccelli passeriformi della famiglia Melanocharitidae[1].
Il nome scientifico del genere, Oedistoma, deriva dall'unione delle parole greche οιδεω (oideō, "gonfiare") e στομα (stoma, "bocca"), in riferimento ai lati della bocca alla base del becco glabri.
Le due specie ascritte al genere mostrano piccole dimensioni (7–11 cm, col beccolungo pigmeo che rappresenta il più piccolo uccello della Nuova Guinea) ed aspetto molto simile a quello delle nettarinie o dei melifagidi, tozzo e paffuto con corta coda squadrata, zampe forti e soprattutto becco lungo quanto la testa e falciforme, ricurvo verso il basso. La base del becco è glabra e rosata, dall'aspetto tumido: da questa caratteristica deriva il nome scientifico del genere.
Il piumaggio è sobrio e mimetico, dominato dal bruno-verdastro su testa ed area dorsale e più chiaro e tendente al biancastro su gola e area ventrale.
Si tratta di uccelli diurni, dalle abitudini solitarie (anche se è possibile osservarne delle coppie, e talvolta formano stormi misti con altre specie), che passano la maggior parte della giornata alla ricerca di cibo, fra i cespugli o vicino al suolo il beccolungo nano, nella canopia il beccolungo pigmeo.
La dieta di questi uccelli sembra comprendere insetti e piccoli invertebrati, nettare e sporadicamente anche piccole bacche: non sono tuttavia note le percentuali delle varie componenti, in quanto mancano osservazioni sul campo.
La riproduzione non è stata osservata, ma parrebbe avvenire durante la stagione secca.
Il genere è endemico della Nuova Guinea e di alcune piccole isole circonvicine: le due specie popolano la foresta pluviale di pianura e collina, vivendo in simpatria.
Al genere vengono ascritte due specie[1]:
Genere Oedistoma
Per lungo tempo, il genere è stato classificato fra i Meliphagidae: le analisi del DNA molecolare effettuate negli anni '90, tuttavia, ne evidenziarono un'inaspettata affinità molto stretta coi beccabacche del genere Melanocharis, coi quali (assieme al beccabacche maculato) costituiscono una famiglia a sé stante, i Melanocharitidae[1].
Alcuni autori accorperebbero il genere a Toxorhamphus: tale scelta però è doppiamente errata, prima di tutto perché non rispetta il principio di priorità (Oedistoma è stato istituito per primo, pertanto dovrebbe avere la precedenza nell'utilizzo in un eventuale accorpamento) ed in secondo luogo perché i beccolungo nani del genere Oedistoma, oltre a presentare differenze morfologiche con Toxorhamphus rispetto alla conformazione del tarso[2], si sono inoltre recentemente rivelati più affini a livello genetico ai beccabacche del genere Melanocharis che a Toxorhamphus[3].