Officine Ferroviarie Meridionali | |
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Stato | Italia |
Fondazione | 1904 a Napoli |
Fondata da | Tommaso Astarita |
Chiusura | 1936 (diviene IMAM) |
Sede principale | Napoli |
Settore | meccanica, ferroviaria e aeronautica |
Prodotti | rotabili ferroviari e tranviari, aerei |
Officine Ferroviarie Meridionali (acronimo OFM) era una società anonima fondata a Napoli nel 1904[1] per costruire e riparare rotabili ferroviari e tranviari. Acquisita dalla Nicola Romeo nel 1918 divenne produttore di aeroplani; venne ceduta nel 1936 alla Ernesto Breda.
Le Officine Ferroviarie Meridionali nacquero a Napoli, con l'obbiettivo di costruzione e manutenzione di materiale rotabile ferroviario e tranviario, per opera di Tommaso Astarita; il sito venne individuato in un terreno paludoso dell'area orientale della città (nel rione del Vasto, nei pressi della stazione Centrale)[2]. Nel mese di novembre del 1904 fu costituita la ditta con capitale iniziale di 1,5 milioni di lire[1]. L'attività si rivelò presto consistente con commesse da parte di ferrovie e tranvie secondarie italiane e perfino portoghesi.
Agli inizi del 1914 il capitale fu portato a 4 milioni per rilevare i vicini stabilimenti SOFIA[1].
Nel 1918 le Officine Ferroviarie Meridionali, dopo essere state sotto il controllo del gruppo Benvenuti-Diatto[2], vennero acquistate dall'ingegnere Nicola Romeo insieme ad altri due stabilimenti di produzione di locomotive e materiale rimorchiato, la Costruzioni Meccaniche di Saronno e le Officine Meccaniche Tabanelli di Roma con l'obbiettivo di espandere l'attività nel campo automobilistico e aeronautico.
Dopo la fine della guerra, nel 1918, la Società in accomandita semplice Ing. Nicola Romeo e Co. che aveva assorbito le Officine Ferroviarie Meridionali cambiò nome in Società anonima Ing. Nicola Romeo e Co.
L'ingegnere Romeo seguendo il successo della Fiat decise di convertire le officine di Napoli al settore di produzione aeronautica iniziando con una commessa per la Fiat e nel 1923 produsse per conto della Fiat il sesquiplano Fiat C.R.1[3].
Nel 1926 a Pomigliano d'Arco nacque la fabbrica di aeroplani OFM – Aeroplani Romeo. Nello stesso periodo, avvenne una crisi per il fallimento della Banca Italiana di Sconto che deteneva la maggioranza delle azioni societarie. La necessità di drastici cambiamenti fece deteriorare i rapporti tra Nicola Romeo e gli altri soci; l'ingegnere fu di fatto estromesso dalla guida dell'Alfa Romeo.
Seguendo il suo progetto di costruire aerei Nicola Romeo designò Alessandro Tonini quale capo progettista OFM in quanto di grande esperienza avendo lavorato per Macchi al progetto degli idrovolanti. Ottenne da Fokker la licenza per la produzione del Fokker C.V che venne prodotto dalle Officine di Napoli, nel 1927, quale OFM Ro.1. Con il modello Ro.1 ridotto partì la produzione di modelli propri OFM[3].
Dal 27 ottobre 1934 Nicola Romeo separò le produzioni, ferroviaria e aeronautica della OFM costituendo la Società anonima Industrie Aeronautiche Romeo (IAR)[4]. Gli aerei prodotti a Napoli da OFM dal 1925 spesso portano la dicitura "Aeroplani Romeo".
Tra 1935 e 1936 OFM ferroviaria venne venduta alla Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche. Romeo vendette alla Breda anche la Società anonima Industrie Aeronautiche Romeo; questa le fuse in una sua controllata dal 1º ottobre del 1936 dandole il nome di Industrie Meccaniche e Aeronautiche Meridionali (IMAM)[1].