Onoserideae | |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Mutisioideae |
Tribù | Onoserideae Panero & V.A.Funk, 2007 |
Classificazione Cronquist | |
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Generi | |
Onoserideae Panero & V.A.Funk, 2007 è una tribù di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia Asteraceae (sottofamiglia Mutisioideae).[1]
Il nome scientifico di questa tribù è stato definito per la prima volta dai botanici contemporanei americani José L. Panero (1959-) e Victoria Ann Funk (1947-) nella pubblicazione "Phytologia; Designed to Expedite Botanical Publication. New York - 89(3): 359. 2007 [Dec 2007]" del 2007.[2]
Le specie di questa tribù hanno un habitus erbaceo annuale o perenne o arbustivo. Sono presenti specie dioiche. Queste piante sono prive di lattice.[3][4][5][6][7]
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alternato. La lamina può essere intera o dentata a forma lineare-spatolata; in alcune specie ha delle forme sagittate o astate. Sono presenti anche foglie radicali.
Le infiorescenze in genere sono composte da capolini solitari (infiorescenze scapose) oppure da corimbi o racemi con pochi capolini. I capolini di tipo radiato o disciforme o discoide e sono formati da un involucro composto da diverse squame (o brattee) al cui interno un ricettacolo fa da base a fiori tubulosi (del disco) e quelli ligulatii (fiori del raggio). Le dimensioni dei capolini sono da medie a grandi. L'involucro ha la forma da campanulata a emisferica con brattee embricate. Il ricettacolo è privo di pagliette ed è alveolato.
I fiori sono tetraciclici (a cinque verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e in genere pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori, da pochi a molti, eteromorfi (con forme diverse) o omomorfi (a forme tutte uguali), in genere sono ermafroditi (quelli periferici) e fertili oppure funzionalmente maschili (quelli interni).
I frutti sono degli acheni con pappo. La forma degli acheni è fusiforme o cilindrica (raramente è compressa); le pareti possono essere costate e sono glabre o sericee. Il carpoforo (o carpopodium) è uno stretto anello o corto cilindro oppure è assente. Il pappo (raramente è assente) è formato da setole disposte su alcune serie (in alcuni casi sono uniseriate), sono barbate o piumose del tutto o a volte sono subpiumose solo apicalmente, ed è direttamente inserito nel pericarpo o connato in un anello parenchimatico posto sulla parte apicale dell'achenio.
La distribuzione delle specie di questa tribù è relativa alle Ande e alla parte meridionale del Sud America.[3]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[10], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[11] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[12]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][4][13]
La sottofamiglia Mutisioideae, nell'ambito delle Asteraceae occupa una posizione "basale" (si è evoluta precocemente rispetto al resto della famiglia) ed è molto vicina alla sottofamiglia Stifftioideae. La tribù Onoserideae nell'ambito della sottofamiglia occupa una posizione "basale" (è il primo gruppo ad essersi diviso).
Nelle precedenti classificazioni tutte le specie della tribù erano descritte all'interno della sottotribù Gochnatiinae, tribù Mutisieae e subfamiglia Carduoideae (Cabrera 1977).[3] Più recentemente ancora sono anche state descritte nella sottotribù Mutisiinae (Cass.) Dumort.[4] Attualmente nell'ambito del progetto Angiosperm Phylogeny Group questo gruppo ha acquisito l'attuale configurazione tassonomica.[1]
I caratteri diagnostici per questa tribù sono:[3]
Il numero cromosomico delle specie di questo gruppo varia 2n = 18 a 2n = 72.[3][4]
La tribù comprende 8 generi e 53 specie.[3][4][14][15]
Genere | N. specie | Distribuzione | Descrizione |
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Aphyllocladus Wedd., 1855 | 4 spp. | Bolivia, Cile e Argentina | Arbusti; foglie caduche; corolle periferiche bilabiate, quelle centrali tubolari con 5 profondi lobi; appendici apicali delle antere troncate; stigmi papillosi |
Chucoa Cabrera, 1955 | 1 sp. (Chucoa ilicifolia Cabrera, 1955) |
Endemismo del Perù | Il portamento è arbustivo; le corolle sono tubolari; i bracci dello stilo sono papillosi |
Gypothamnium Phil., 1860 | 1 sp. (G. pinifolium Phil.) |
Cile e Argentina | Arbusti; foglie lineari; corolle periferiche bilabiate, quelle centrali tubolari con 5 profondi lobi; appendici apicali delle antere troncate; stigmi papillosi |
Lycoseris Cass., 1824 | 11 spp. | America (centrale e meridionale) | Arbusti dioici; corolle periferiche con raggi sublabiati, quelle centrali da tubolari a tubolari-bilabiate; stigmi papillosi |
Onoseris Willd., 1803 | 31 spp. | America (centrale e meridionale) | Erbe o subarbusti; foglie spesso rosulate; corolle tutte subbilabiate oppure quelle periferiche bilabiate, quelle centrali da tubolari a tubolari-bilabiate; stigmi papillosi |
Paquirea Panero & S.E.Freire, 2013 | 1 sp. (Paquirea lanceolata (H.Beltrán & Ferreyra) Panero & S.E.Freire) |
Perù | Portamento arbustivo; foglie con portamento a spirale nella parte distale; capolini discoidali; corolle profondamente 5-lobate; antere con appendici ottuse; acheni glabri.[14] |
Plazia Ruiz & Pav., 1794 | 3 spp. | Ande della Bolivia, Cile, Perù e Argentina | Arbusti; foglie raggruppate sulle cime dei rami; corolle periferiche bilabiate, quelle centrali tubolari-subcampanulate; appendici apicali delle antere troncate; stigmi papillosi |
Urmenetea Phil., 1860 | 1 sp. (U. atacamensis Phil.) |
Cile e Argentina | Erbe perenni subscapose; corolle periferiche bilabiate, quelle centrali tubolari-bilabiate; stigmi papillosi |
Per meglio comprendere ed individuare i vari generi della tribù l'elenco seguente utilizza il sistema delle chiavi analitiche:[14]
A questo elenco va aggiunto il genere Chucoa di recente inclusione.