Ottorino Aloisio (Udine, 16 marzo 1902 – Udine, 24 gennaio 1986) è stato un architetto italiano.
Ottorino Aloisio nasce a Udine il 16 marzo 1902[1]. La costituzione di una nuova facoltà di architettura a Roma lo persuade a trasferirsi nella capitale, dove si laurea nel 1925.
Interprete attivo del Movimento Italiano per l'Architettura Razionale (MIAR) accanto a G. Levi Montalcini e G. Pagano, ne è stato il principale esponente in ambito torinese (vedasi il progetto per via Roma a Torino, del 1931).
Durante gli anni trascorsi a Udine (1926-'29) si è dedicato a progetti per concorsi, fra cui quelli per le Terme littorie (1927) e l'Università dello sport (1928), che ne hanno segnalato il nome sia in Italia sia all'estero. Parteciperà anche nel 1928 alla I Esposizione di architettura razionale a Roma, nel gruppo veneto, che comprendeva tra gli altri anche Duilio Torres. Dopo il trasferimento a Torino nel 1929, lavora per quattro anni nello studio dell'ing. Arrigo Tedesco-Rocca[1].
Con la vittoria del concorso per la Casa littoria (1934) inaugura la libera professione.
Fra i progetti più significativi ricordiamo: il cinema teatro "Ideal" a Torino (1939), la ricostruzione del cinema teatro "Gianduja" a Torino (1946), la cattedrale cattolica di Meru in Kenya, il palazzo Sipra-Cetra a Torino (1959)[1].
Sue opere principali sono l'agenzia della Banca cattolica del Veneto a Tarvisio (1947); la casa Giacomuzzi in via Marinoni a Udine (1948-1950); l'edificio residenziale e commerciale in via Duodo a Udine (1950); casa Masieri in via Treppo a Udine (1950); la sistemazione e l'ampliamento della sede della Società friulana di elettricità in via Uccellis a Udine (1950); la tomba Veritti nel cimitero monumentale di Udine (1951); il progetto per villa Romanelli a Udine, completato solo dopo la sua morte.[1]
Con Carlo Mollino e Marco Federico Roggero organizzò nel 1952 il primo convegno nazionale di Architettura alpina
L'archivio di Ottorino Aloisio[2] è conservato presso Gallerie del Progetto - Civici musei di storia e arte di Udine[3], la documentazione conservata copre un arco cronologico dal 1926 al 1975, ed è costituita da progetti, disegni, corrispondenza con committenti, imprese e fornitori, capitolati, preventivi, computi metrici, relazioni, pratiche amministrative, fotografie (album e lastre fotografiche), e ulteriori faldoni contenenti pubblicazioni[2].
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