Per pagofagia (dal greco πάγος, «ghiaccio», e -ϕαγία, «mangiare»)[1] si intende il consumo compulsivo di ghiaccio o bevande ghiacciate.[2] È una forma di picacismo ed è stata associata ad anemia sideropenica,[3][4] e ha dimostrato di rispondere alla supplementazione di ferro,[5][6] portando alcuni ricercatori a postulare che alcune forme di picacismo possono essere il risultato di una carenza nutrizionale. Masticare il ghiaccio può ridurre il dolore nella glossite associata all'anemia sideropenica.[7] Tuttavia, l'American Dental Association raccomanda di non masticare il ghiaccio perché può rompere i denti; invece, il ghiaccio dovrebbe essere lasciato sciogliere in bocca.[8]
La saggezza popolare (e alcuni ricercatori) sostenevano che il picacismo riflettesse un appetito per compensare le carenze nutrizionali, come un basso contenuto di ferro o zinco. Alcune forme di picacismo (come nelle donne in gravidanza che sono carenti di ferro) possono essere trattate integrando il nutriente.[9]
Ricerche successive hanno dimostrato che le sostanze ingerite generalmente non forniscono il minerale o la sostanza nutritiva di cui i pazienti sono carenti. Quando le persone iniziano a mangiare cibi non alimentari, il picacismo può anche causare le carenze nutrizionali a cui è associato.[9] In un caso di studio, è stato riportato che la pagofagia causa anemia sideropenica. Allo stesso tempo, tuttavia, i ricercatori hanno suggerito che masticare il ghiaccio può giovare alla stomatite e alla glossite.[10] I nutrienti ottenuti da prodotti non alimentari come il suolo o il ghiaccio possono variare ampiamente a seconda della posizione geografica. Ad esempio, il ghiaccio prodotto con acqua dura contiene più minerali, soprattutto calcio e magnesio, ma allo stesso modo bere l'acqua fornisce gli stessi minerali.