Già comune autonomo istituito nel 1838 con la divisione del comune di Centovalli e dal cui territorio nel 1864 era stata scorporata la località di Rasa, divenuta a sua volta comune autonomo[2], si estendeva per 16,74 km². Nel 2009 è stato accorpato agli altri comuni soppressi di Borgnone e Intragna per formare nuovamente il comune di Centovalli. La fusione è stata decisa dal Consiglio di Stato l'8 aprile 2009[3] e approvata all'unanimità dal Gran Consiglio ticinese il 2 giugno successivo[4].
Chiesa di San Michele, citata per la prima volta in documenti storici risalenti al 1231[senza fonte], è menzionata in una pergamena del 1236[5]; i ripetuti rimaneggiamenti ne hanno mutato l'originaria struttura, da ultimo quello del 1732[6]in cui venne costruito il coro poligonale e ampliato l'intero edificio, cambiandone anche l'orientamento[senza fonte];
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione.
^Il documento riguarda una vertenza il cui giudizio arbitrale è pronunicato «in loco de Palagnario in platea ecclesie Sancti Michaellis». Chiesi, pp. 33-34
Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Arte e monumenti della Lombardia prealpina, Istituto grafico Casagrande, Bellinzona 1967, 232, 472-474.
Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Pedrazzini Edizioni, Locarno 1969, 248-254.
Agostino Robertini, Silvano Toppi, Gian Piero Pedrazzi, Palagnedra, in Il Comune, Edizioni Giornale del popolo, Lugano 1974, 253-270.
Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 198, 210-214, 228.
Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003, 290, 358.