Palazzo Massimo alle Colonne | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Località | Roma |
Indirizzo | corso Vittorio Emanuele II |
Coordinate | 41°53′48.06″N 12°28′24.62″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1532 |
Stile | rinascimentale |
Uso | Residenza privata |
Realizzazione | |
Architetto | Baldassarre Peruzzi |
Proprietario | Famiglia Massimo |
Il Palazzo Massimo alle Colonne è un palazzo rinascimentale di Roma che sorge in corso Vittorio Emanuele II.
L'edificio rappresenta il capolavoro dell'architetto Baldassarre Peruzzi e fa parte di un complesso edilizio più vasto, l'insula dei Massimo, indicata come sede della famiglia Massimo fin dal Medioevo (Cencio Camerario e atti notarili dal XII sec.). Il palazzo attuale, collegato un tempo con tutti gli altri corpi di fabbrica, si dirama infatti all'interno del blocco di palazzi formanti l'insula. Il palazzo si trova nella Regione IX dell'antica Roma, o Campo Marzio, chiamata successivamente Parione, e già dal XII secolo affacciava sulla Via Sacra o Papale, chiamata in quel tratto Via dé Massimi (il plurale che spesso affiora nei toponimi sta ad indicare la famiglia nella sua globalità), e oggi ripercorsa parzialmente dalla moderna Corso Vittorio Emanuele II.
L'attuale palazzo Massimo fu ricostruito dopo il 1532 su commissione di Pietro Massimo primogenito di Domenico[1], a seguito della distruzione delle precedenti fabbriche avvenuta durante il Sacco di Roma del 1527[2] ed insiste sui resti dell'Odeon di Domiziano. È uno dei pochi palazzi di Roma a possedere un portico, questo perché il Papa concesse il permesso alla famiglia Massimo di tenere il loro dopo aver fatto distruggere tutti quelli presenti a Roma negli anni 1400. Il riferimento alle colonne nel nome del palazzo deriva semplicemente dall'esigenza di individuarlo univocamente tra le altre proprietà dei Massimo, cosa del tutto usuale nell'antichità e che ritroviamo in molti altri nomi di immobili, come p.e. sempre nel caso della stessa famiglia, nella Villa Massimo alle Terme Diocleziane (ossia nei pressi delle Terme di Diocleziano) o anche nel Palazzo Massimo detto di Pirro (dalla presenza di una statua monumentale creduta in antichità rappresentare Pirro, Re dell'Epiro (nemico di Roma, sconfitto nel 275 a.C.) e che invece è oggi esposta nei Musei Capitolini come Marte).
Una delle colonne che si pensa essere appartenuta all'Odeon dell'imperatore Domiziano è stata rieretta nel XX sec. nella retrostante piazza dei Massimi, sulla quale insiste il Palazzo Massimo istoriato, brevemente chiamato "Palazzo istoriato", dalle pitture a monocromo ricoprenti la facciata, dipinte presumibilmente nel 1532 per celebrare le nozze di Angelo Massimo con Antonietta Planca Incoronati.
La facciata del palazzo cinquecentesco è porticata e curvilinea, adattandosi a quella dell'Odeon di Domiziano, un teatro coperto del I secolo, ed è più larga di quanto non sia in realtà il palazzo, contribuendo a renderlo più maestoso e imponente. Infatti, la struttura si inserisce in un lotto di dimensioni irregolari, così da presentarsi con una pianta ad L, articolata intorno ad un cortile. Inedita è pure la conformazione dei portici del cortile, costituiti da due logge architravate sovrapposte, chiuse alla sommità da un terzo piano aperto da finestre rettangolari larghe quanto il sottostante colonnato. Nella realizzazione della facciata riprende una tecnica adottata dal Bramante in Palazzo Caprini (1508-10 poi successivamente distrutto), che a sua volta lo aveva recuperato da tecniche costruttive antiche, che consiste nella realizzazione del finto bugnato a stucco, o meglio mediante il getto di malta in casseforme di legno, facendogli assumere la consistenza visiva della pietra bugnata.
Tutte queste soluzioni fanno del Palazzo Massimo una delle più interessanti fabbriche della cultura manierista.[3]
L'interno, non visitabile, è costituito da sontuose stanze e ambienti. Notevole è il soffitto affrescato da Daniele da Volterra e raffigurante la vita di Fabio Massimo, il condottiero romano antenato dei Massimo che vi abitano (cfr. Panvinio sulla genealogia dei Massimo). L'adiacente Palazzo Massimo di Pirro è annesso al Palazzo Massimo e affaccia su Corso Vittorio Emanuele II. Alle spalle dei palazzi si trova il Palazzo Massimo detto "istoriato" dalle "historiae" dipinte a monocromo sulla facciata ad encausto, presumibilmente di Polidoro da Caravaggio o di Daniele da Volterra che risultano le meglio conservate a Roma, secondo l'opinione di molti[senza fonte]. Tali pitture attualmente sono in fase di studio.
Nel 2002 è stata restaurata la facciata, visibile in occasione dell'apertura annuale del palazzo.
Il palazzo è aperto ai visitatori ogni 16 marzo, in occasione della commemorazione, nella cappella di famiglia al secondo piano, della miracolosa, breve, resurrezione di Paolo Massimo, riportato in vita nel 1583 per intercessione di Filippo Neri.
Il palazzo Massimo alle Colonne insisteva sull'antica Via Papalis e dagli anni 1880-90 su Corso Vittorio, tracciato dopo l'unità d'Italia come strada di scorrimento per collegare piazza Venezia con il Vaticano e i nuovi quartieri oltre Tevere, i Prati di Castello.
Osservando i particolari della mappa qui a fianco si evidenziano le principali emergenze architettoniche circostanti:
Nel raggio di 200 metri si trovano (indicati nella mappa):
Controllo di autorità | VIAF (EN) 136494781 · ISNI (EN) 0000 0001 2324 089X · LCCN (EN) nr98004097 · GND (DE) 4268119-4 |
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