Un paleosuolo (dal greco palaios, antico e dal latino solum, suolo) è una particolare tipologia di suoli contraddistinti da processi evolutivi sviluppatisi su tempi molto lunghi, che porta questi suoli a manifestare caratteristiche che mal si conciliano con le condizioni ambientali attuali. La lunghezza dei cicli pedogenetici, ad esempio, ha portato questi suoli ad attraversare condizioni climatiche differenti, o ad avere subito seppellimenti sotto materiali geologici di altra origine.
Il pedologo francese Duchaufour ha proposto la classificazione dei paleosuoli in cinque categorie:[1]
I paleosuoli manifestano delle particolari caratteristiche che, se adeguatamente analizzate e valutate, permettono di determinare l'entità dell'alterazione subita dai minerali del suolo, al fine di determinarne l'età; possono pertanto essere calcolati diversi indici.
Uno fra i tanti può essere il tasso di saturazione in basi, definito come il rapporto percentuale fra il contenuto in cationi scambiabili (ioni calcio, magnesio, sodio, potassio) e capacità di scambio cationico; esso generalmente diminuisce all'aumentare dell'età del suolo. L'utilizzo del tasso di saturazione in basi viene utilizzato anche in alcune classificazioni pedologiche come la Soil Taxonomy statunitense, che pone la soglia del 35% come discrimine fra suoli degli ordini degli Alfisol, più giovani, e Ultisol, più evoluti.
Il pH di abrasione è dato dal valore di pH della frazione sabbiosa fine del suolo; la differenza fra questo valore e il valore di pH del suolo crescerebbe al crescere dell'età del paleosuolo in esame.[1]
Generalmente, colori via via più rossi sono associati a pedogenesi di maggior durata: tramite la determinazione del valore delle singole componenti del colore dei suoli (hue, la tinta, chroma, il livello di purezza del colore, value, la vivacità dello stesso) è possibile determinare una sorta di indice di arrossamento o indice di rubefazione, che può dare indicazioni di massima sull'età di un paleosuolo.
Calcolando detto indice tramite la formula
dove Ia = indice di arrossamento, h = valore di hue, c = valore di chroma, v = valore di value, si ottengono valori più alti tanto maggiore è l'età del paleosuolo analizzato.
All'interno di un suolo, il ferro può presentarsi in tre forme, distinte attraverso la modalità utilizzata in laboratorio per la loro estrazione:
La proporzione relativa del ferro presente in queste diverse forme varia secondo l'età del suolo: in particolare, il rapporto Feo/Fed (indice di attività), che può essere compreso nell'intervallo fra 0 e 1, decresce al crescere dell'età del suolo n esame[1].
Altre metodologie utilizzate per lo studio dei paleosuoli sono di natura mineralogica, dato che a suoli più o meno evoluti corrispondono generalmente: