Pandemia di COVID-19 in Sudan epidemia | |
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Mappa del Paese | |
Patologia | COVID-19 |
Origine | Wuhan (Cina) |
Nazione coinvolta | Sudan |
Periodo | 13 marzo 2020 - 5 maggio 2023 |
Dati statistici[1] | |
Numero di casi | 27 717[2] (9 febbraio 2021) |
Numero di guariti | 22 052 (9 febbraio 2021) |
Numero di morti | 1 835 (9 febbraio 2021) |
Il primo caso della pandemia di COVID-19 in Sudan è stato confermato il 13 marzo 2020.
Il 12 gennaio 2020, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha confermato che un nuovo coronavirus era la causa di una nuova infezione polmonare che aveva colpito diversi abitanti della città di Wuhan, nella provincia cinese dell'Hubei, il cui caso era stato portato all'attenzione dell'OMS il 31 dicembre 2019.[3][4]
Sebbene nel tempo il tasso di mortalità della COVID-19 si sia rivelato decisamente più basso di quello dell'epidemia di SARS che aveva imperversato nel 2003,[5] la trasmissione del virus SARS-CoV-2, alla base della COVID-19, è risultata essere molto più ampia di quella del precedente virus del 2003, e ha portato a un numero totale di morti molto più elevato.[6]
Il 5 maggio 2023, l'Organizzazione mondiale della sanità dichiara ufficialmente la fine della pandemia[7][8][9][10][11].
Il 13 marzo, il Sudan ha riportato il suo primo caso di nuovo coronavirus a Khartum, si trattava di un uomo che è morto il 12 marzo 2020 e che aveva visitato gli Emirati Arabi Uniti nella prima settimana di marzo.[12]
Il Sudan ha smesso di rilasciare visti e voli per otto paesi, tra cui l'Italia e il vicino Egitto, a causa dei timori della pandemia di COVID-19.[13]
Il 29 maggio, è stata segnalata un'ondata di morti segnalati nel Nord Darfur e ha sollevato il timore di un grave scoppio nella regione, anche se i test rimangono scarsi.[14]