Paolo Matthiae (Roma, 9 gennaio 1940) è un archeologo e orientalista italiano. Professore presso la Sapienza Università di Roma, è considerato lo scopritore del sito di Ebla. É il decano degli archeologi di Siria ed è considerato il più profondo conoscitore delle culture della regione, grazie al suo lavoro da campo e ai contributi scientifici che ha prodotto.
Ha compiuto i suoi studi presso l' Università degli studi di Roma "La Sapienza", laureandosi con una tesi sull'arte della Siria del II millennio a.C. È stato professore di archeologia e storia dell'arte del Vicino Oriente presso la stessa università dal 1963 al 2010, ed è il direttore della Missione Archeologica Italiana a Ebla della Sapienza fin dal suo inizio nel 1964[1]; ha anche diretto le missioni di Tell Afis e Tell Tuqan, sempre della Sapienza (attualmente la concessione di Tell Afis è passata all'Università di Firenze), e la missione congiunta siro-italiana a Tell Fray nel 1973.
È stato Direttore dell'Istituto di Studi del Vicino Oriente, preside della Facoltà di Scienze Umanistiche e pro-rettore per i rapporti internazionali della Sapienza. Nella sua lunga attività di insegnamento ha creato numerosi allievi, che ora ricoprono incarichi di insegnamento in varie università italiane (Milano Statale [2], Bologna, Pisa, Perugia, Roma [5], Lecce, Catania attualmente attivi), dando vita alla Scuola Romana di Archeologia Orientale, la cui qualità è internazionalmente riconosciuta.
Ha organizzato le mostre "Da Ebla a Damasco. Diecimila anni di archeologia in Siria", Roma Musei Capitolini, 1985; "Ebla. Trent'anni di scavi in Siria dell'Università degli Studi di Roma La Sapienza", Roma, Palazzo Venezia 1995 e Trieste, Castello di Miramare 1996; "Siria, splendore e dramma", con Francesco Rutelli, Roma Palazzo Venezia, 2014; "Rinascere dalle distruzioni: Ebla, Nimrud, Palmira" con Francesco Rutelli ed Emanuele Emmanuele, Roma Colosseo, 2016, nella quale sono state proposte innovative soluzioni per la ricostruzione a grandezza naturale di monumenti perduti.
Ha pubblicato numerosi libri e articoli[2] relativi ad Ebla e alla storia dell'arte della Mesopotamia e della Siria in genere; in essi, partendo dall'esperienza condotta sul campo, ha intrapreso una revisione critica del ruolo storico della Siria nel quadro delle civiltà del Vicino Oriente[3]. Ha anche pubblicato importanti innovativi contributi sull'arte dell'impero assiro. Ha creato e dirige le serie dei rapporti definitivi degli scavi di Ebla: "Materiali e Studi Archeologici di Ebla" (10 volumi pubblicati), "Archivi Reali di Ebla. Testi" (16 volumi pubblicati), "Archivi Reali di Ebla. Studi" (4 volumi pubblicati). Ha fondato la rivista scientifica "Contributi e Materiali di Archeologia Orientale" (18 volumi pubblicati); nel 2105 ha fondato e dirige la rivista "Studia Eblaitica" per Harrassowitz Verlag, Wiesbaden (8 fascicoli pubblicati). Negli anni più recenti si segnalano suoi importanti contributi sulla tutela del patrimonio culturale in tempo di guerra.
È Professore Emerito della Sapienza Università di Roma, socio nazionale dell'Accademia Nazionale dei Lincei, socio straniero dell'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres di Parigi, socio straniero dell'Akademie del Wissenschaften d'Austria, socio straniero della Royal Swedish Academy, socio onorario dell'Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze e socio del Deutsches Archäologisches Institut. Ha fondato l'International Congress on the Archaeology of the Ancient Near East[4] la cui prima seduta si è tenuta a Roma nel 1998 e del cui Comitato Scientifico è stato presidente ed è ora socio emerito; ha ricevuto la laurea honoris causa dalla Università Autonoma di Madrid.
È stato sposato con l'egittologa Gabriella Scandone, morta nel 2023.
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