Patagopelta | |
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Ricostruzione scheletrica che mostra gli osteodermi noti (in alto) e altri resti scheletrici (in basso) in bianco | |
Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Superordine | Dinosauria |
Ordine | †Ornithischia |
Sottordine | †Ankylosauria |
Clade | †Parankylosauria? |
Genere | †Patagopelta Riguetti et al., 2022 |
Nomenclatura binomiale | |
†Patagopelta cristata Riguetti et al., 2022 |
Patagopelta (il cui nome significa "scudo della Patagonia") è un genere estinto di dinosauro ornithischio nodosaurino vissuto nel Cretaceo superiore (Campaniano–Maastrichtiano), in quella che oggi è la Formazione Allen, Argentina. Il genere contiene un'unica specie, la specie tipo P. cristata, conosciuta da uno scheletro parziale. Sebbene originariamente descritto come nodosaurino, scoperte successive fornirono supporto per un'affinità parankylosauriana. Patagopelta è un ankylosauro relativamente piccolo, paragonabile per dimensioni ad altri nodosauridi di piccole dimensioni, come Struthiosaurus, lungo circa 2 metri.[1]
Il materiale fossile di Patagopelta venne ritrovato nei sedimenti della Formazione Allen (località Salitral Moreno) vicino a General Roca, Provincia del Río Negro, Argentina. Questa località risale ad un'età compresa tra il Campaniano superiore e il Maastrichtiano inferiore del Cretaceo superiore. I primi resti di questo animale furono descritti nel 1996, apparendo spesso nella letteratura scientifica sotto il nome di "ankylosauro argentino".[2][3] Il materiale fossile è costituito da vari osteodermi, un dente, vertebre dorsali e caudali e femori. L'esemplare olotipo di Patagopelta, MPCA -SM-78, è rappresentato da un elemento a semianello cervicale.[1]
Nuovi resti descritti nel 2022 hanno permesso a Patagopelta cristata di essere descritta come un nuovo genere e specie di dinosauro nodosaurino da Facundo Riguetti, Xabier Pereda-Suberbiola, Denis Ponce, Leonardo Salgado, Sebastián Apesteguía, Sebastián Rozadilla e Victoria Arbour. Il nome del genere Patagopelta deriva da Patago, riferimento alla scoperta del taxon nella Patagonia argentina, e dalla parola greca pelta che significa "scudo". Il nome della specie, cristata, significa "crestata" in latino, in riferimento alle grandi creste sugli osteodermi cervicali e sul femore.[1]
Nelle loro analisi filogenetiche, Riguetti et al. (2022) hanno recuperato Patagopelta come un membro di Nodosaurinae, all'interno di un clade di nodosauridi interamente nordamericani della metà del periodo Cretaceo, in contrasto con analisi precedenti che lo avevano recuperato all'interno del clade Panoplosaurini.[4] In entrambi i casi, ciò suggerisce che i nodosauridi facessero parte di un evento migratorio della fauna nordamericana verso il Sud America. Il cladogramma sottostante mostra i risultati delle loro analisi filogenetiche.[1]
Nodosauridae |
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Uno studio pubblicato nel 2024 da Agnolín e colleghi ha esaminato i fossili di vertebrati della formazione del Cerro Fortaleza e simili formazioni della Patagonia, e hanno menzionato nuove scoperte che suggeriscono che Patagopelta potrebbe effettivamente rappresentare un parankylosauro, simile ad ankyilosauri come Antarctopelta e Stegouros piuttosto che ai nodosauridi.[5] Nella loro ridescrizione di Antarctopelta del 2024, Soto Acuña, Vargas e Kaluza hanno ulteriormente elaborato questo aspetto, spiegando che la scoperta di ulteriore materiale fossile ha consentito di ricostituire i suoi caratteri nella loro matrice filogenetica. Sulla base di questi aggiornamenti, hanno recuperato Patagopelta all'interno di Parankylosauria, insieme ad altri ankylosauri gondwanani del Cretaceo superiore. I loro risultati sono visualizzati nel cladogramma seguente:[6]
Ankylosauria |
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Patagopelta è conosciuta dalla Formazione Allen risalente al Cretaceo superiore della Provincia di Río Negro, Argentina. Nella stessa formazione sono stati ritrovati diversi taxon di dinosauri, inclusi i titanosauri Aeolosaurus, Bonatitan, Menucocelsior, Panamericansaurus, Pellegrinisaurus e Rocasaurus, gli hadrosauridi Bonapartesaurus, Kelumapusaura e Lapampasaurus, i teropodi abelisauridi Niebla e Quilmesaurus, il dromaeosauride Austroraptor, e l'alvarezsauride Bonapartenykus. La stessa formazione ha restituito i fossili di altre creature, come gli uccelli Lamarqueavis e Limenavis, lo pterosauro Aerotitan, il rincocefalo Lamarquesaurus, il plesiosauro Kawanectes, e alcuni mammiferi dryolestoidi e gondwanatheri.[1][7][8]