Piccadilly Jim | |
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Titolo originale | Piccadilly Jim |
Altri titoli | Jim di Piccadilly[1] |
Copertina della prima edizione di Piccadilly Jim, New York, Dodd, Mead and Co., 1917 | |
Autore | P. G. Wodehouse |
1ª ed. originale | 1917 |
1ª ed. italiana | 1931[1] |
Genere | romanzo |
Sottogenere | umoristico |
Lingua originale | inglese |
Ambientazione | Londra/USA, 1900 |
Protagonisti | Jimmy Crocker |
Altri personaggi | Odgen Ford Signor Peter Pett Nesta Ann |
Preceduto da | The Little Nugget |
Piccadilly Jim è un romanzo umoristico-thriller di P. G. Wodehouse, apparso dapprima nel 1916 come feuilleton, pubblicato in volume per la prima volta negli Stati Uniti d'America nel 1917[2][3] e tradotto in lingua italiana più volte a partire dal 1931[4]. È stato portato tre volte sullo schermo[5].
Piccadilly Jim apparve dapprima a puntate sul bimestrale statunitense The Saturday Evening Post dal 16 settembre all'11 novembre 1916, con le illustrazioni di May Wilson Preston[6]. Fu pubblicato in volume dapprima il 24 febbraio 1917 da Dodd, Mean and Co. di New York provvisto di una dedica dell'autore alla figliastra Leonora, il cui nome appare scritto tuttavia come "Lenora"[7]. Fu successivamente pubblicato nel maggio 1918 dall'editore Herbert G. Jenkins di Londra[8].
Fu tradotto in lingua italiana dapprima da Ida Lori nel 1931 per le Edizioni Bietti col titolo Jim di Piccadilly[9]. In lingua italiana, ebbe altre quattro traduzioni (di Mario Malatesta, Nadia Serragli, Franco Salvatorelli e Paola Mazzarelli) e fu pubblicato in volume più volte ad opera di altri cinque editori (Monanni, Lucarini, Mursia, Guanda e Tea)[4].
Jim Crocker, un giovane newyorkese trasferitosi a Londra, grazie alla disponibilità finanziaria si dedica con assiduità a una nutrita serie di bravate tanto da attirare l'attenzione dei giornali popolari statunitensi e inglesi e guadagnarsi il nomignolo di "Piccadilly Jim". In patria, prima del suo trasferimento nel Regno Unito, era stato un giornalista e aveva scritto una stroncatura di un volume di poesie di Ann Chester, nipote del finanziere Peter Pett. Il rientro in patria del giovane gaudente è occasione di equivoci, scambi di persona, agnizioni, complicate da tentativi di rapimento, dall'intervento dei servizi segreti per un nuovo esplosivo, e dal fatto che Jim si innamora di Ann Chester, la poetessa bersaglio della sua antica attività di critico letterario.
(in ordine di apparizione)
Per Richard Usborne, la trama di questa commedia-thriller è poco verosimile a causa dell'eccessivo numero di travestimenti, colpi di scena e falsi nomi [10]. Anche Guido Almansi ritiene che «il giro turbinoso di travestimenti e di false identità in Piccadilly Jim (1917) farebbe la gioia del più spericolato e smaliziato autore di commedie rinascimentali»[11]. Tuttavia per Almansi, sebbene il dettato di Wodehouse sia rapidissimo, la scrittura è molto raffinata e curata. Ad esempio, il capitolo 2 del romanzo si apre con la descrizione di una piovosa giornata londinese: «Londra immusoniva sotto un cielo plumbeo. Durante la notte era piovuto e gli alberi gocciolavano ancora. Ma nel grigiume si stava aprendo uno slavato squarcio celeste e da quel pertugio fra le nuvole il sole, dapprima guardingo poi via via più baldanzoso, uscì a sbirciare le aiuole eleganti ed esclusive di Grosvenor Square. (...) La signora Crocker, che all’estremità opposta della tavola era impegnata a leggere la posta, i raggi non la sfiorarono. Se lo avessero fatto, avrebbe suonato il campanello e chiamato Bayliss, il maggiordomo, ad abbassare la tendina, perché non era tipo da tollerare confidenze né dagli uomini né dalla natura.»[12]. Commenta Guidi Almansi: «Quanti scrittori di primo piano vorrebbero saper cadenzare una chiusura di paragrafo con tanto stile? A volte, come spesso avviene nei veri scrittori in particolare nell'area del comico, la soluzione stilistica è semplicissima: non "dire una cosa eccezionale come se fosse naturale" bensì "dire una cosa naturale come se fosse eccezionale".»[13].
Il romanzo ha avuto tre adattamenti cinematografici:[5]