Ritornato in Francia, il 22 marzo 1693 sposò ad Avignone Marie-Anne de Seisson, che morì l'anno dopo senza avergli dato figli. Il 14 febbraio 1695 si risposò com Marie Magdeleine de Palasse, da cui ebbe otto figli. Di questi, due continuarono la tradizione paterna: Pierre Ignace nato il 26 marzo 1702, incisore del re di Napoli e Joseph François nato il 3 dicembre 1704. Furono entrambi suoi allievi, come pure il nipote Etienne e Philippe Sauvan[1][2]. .
Nel 1696 installò un grande atelier nella sua casa in rue des Ombres, l'attuale rue Cassan[1].
Di tutti i Parrocel, Pierre è quello che lasciò il maggior numero di opere, conservate in tutto il sud della Francia e al Louvre[1].
Si dedicò soprattutto alla pittura di soggetti di tema storico e religioso e fu considerato alla pari di Pierre Mignard. Con lui si occupò della decorazione della cappella dei "Penitents Noirs", della chiesa Saint-Symphorie-Les Carmes e della cappella dei "Pénitents Gris". Nel 1696, suo zio Joseph Parrocel fu incaricato di dipingere una serie di quadri su La vita di Sant'Antonio da Padova per decorare il chiostro di San Pietro. Joseph si servì dell'opera di Pierre e, richiamato a Parigi dopo aver eseguito due sole opere, lasciò che il nipote terminasse la serie di nove dipinti[1].
Pierre realizzò anche dei dipinti per la cappella dei "Pénitents Blancs", tra cui una Resurrezione di Cristo, un'Ascensione di Cristo[3] e La pesca miracolosa>[4]. .
Nel 1717 c., rendendosi conto dell'inclinazione per la pittura dei suoi due figli Pierre Ignace e Joseph François, li condusse a Roma assieme al nipote Etienne. Dopo aver seguito per qualche tempo i loro studi e sistemati convenientemente, ripercorse nuovamente l'Italia e vi soggiornò per parecchi anni. Il quadro Gesù bambino incorona la Vergine fu dipinto a Roma nel 1719 per il monastero della Visitazione a Marsiglia[1].
Al suo ritorno in Francia, la sua reputazione era all'apogeo. Il Duca di Noailles lo chiamò a Parigi per commissionargli la decorazione di una galleria nel suo castello di Saint-Germain-en-Laye. Pierre eseguì per lui anche sedici quadri rappresentanti la storia di Tobia, che sono poi finiti nella collezione del castello Borelly a Marsiglia[1][5].
Oltre ai dipinti, eseguì anche disegni a sanguigna, a penna, a inchiostro di Cina. Inoltre eseguì anche diciotto incisioni, di cui quattordici all'acquaforte con uno stile analogo a quello di Antoine Rivalz[1][3], tra cui le migliori sono Il trionfo di Bacco ed Arianna, Il trionfo d'Amphitrite, Baccanale, I mendicanti e Il bue[6].
Nel 1730, divenne membro dell'Académie royale de peinture et de sculpture, in base alle tre opere Resurrezione di Cristo, Assunzione, La pesca miracolosa[1][4].
Ciò che affascina nelle sue composizioni è non solo la bellezza delle linee unita all'espressione serafica delle figure, ma anche la freschezza e brillantezza dei colori[1].
(FR) Paul Achard, Guide du voyageur, ou Dictionnaire historique des rues et des places publique de la ville d'Avignon, Avignon Seguin Ainé, 1857
(EN) Shearjashub Spooner, A biographical history of the fine arts, or, Memoirs of the lives and works of eminent painters, engravers, sculptors and architects, vol.II, New York J.W.Bouton, 1865, pag. 658
(FR) Lucien Monod, Aide-Memoire de L'Amateur Et Du Professionnel, Le prix des estampes anciennes e modernes, vol.V, Paris editions Albert Morancé, 1924, pag.252
Filippo De Boni, Biografia degli artisti, Venezia co' Tipi del Gondoliere, 1840, pag.752