Pinky Pinkerton

Pinky Pinkerton
Pinky interpretato da Richard Short
UniversoUniverso Marvel
Lingua orig.Inglese
Autori
EditoreMarvel Comics
1ª app.luglio 1964
1ª app. inSgt. Fury and his Howling Commandos (vol. 1[1]) n. 8
Editore it.Le Maschere
app. it.1966
app. it. inIl Serg. Fury e i suoi commandos n. 8
Interpretato daRichard Short
Caratteristiche immaginarie
Nome completoPercival Pinkerton
Specieumano
SessoMaschio
Etniabritannica
Luogo di nascitaLondra, Inghilterra
Affiliazione

Percival "Pinky" Pinkerton è un personaggio dei fumetti creato da Stan Lee (testi) e Jack Kirby (disegni), pubblicato dalla Marvel Comics. La sua prima apparizione avviene in Sgt. Fury and his Howling Commandos (vol. 1[1]) n. 8 (luglio 1964).

Pinky è un soldato dell'esercito britannico unitosi agli Howling Commandos per sostituire "Junior" Juniper, morto nello svolgimento di una missione[2]. La sua caratteristica distintiva è servirsi di un ombrello come arma impropria in aggiunta al mitragliatore Thompson.

Biografia del personaggio

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Nato a Londra, Inghilterra, Pinky discende da una famiglia dalla centenaria tradizione militare i cui antenati hanno combattuto a Valley Forge, a Waterloo e nella prima guerra mondiale[3]. Al fine di onorare tale tradizione il ragazzo frequenta le migliori academie militari del Regno Unito ma, dopo un po', diviene annoiato da quel genere di vita e inizia a passare il suo tempo tra le feste e le donne finendo col venire espulso[3] al contrario del fratello, che diviene tenente colonnello. Vergognandosi per aver deluso i genitori, Pinky si allontana dalla famiglia finché, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, intravede una nuova occasione di renderli fieri di lui e si arruola[3] venendo assegnato agli Howling Commandos di Nick Fury[4], rimasti con un uomo in meno dopo la dipartita di "Junior" Juniper[2]. Sebbene inizialmente i commilitoni fossero scettici ad ammetterlo tra le loro file, successivamente Pinky dà prova del suo valore[4] e stringe una profonda amicizia con tutti loro, in particolare Dum Dum Dugan.

Terminato il conflitto presta nuovamente servizio sotto Fury durante la guerra di Corea, venendo promosso sergente[5] e, in seguito, torna in patria divenendo gestore di un Playboy Club nella città natia[6].

Dopo l'affare Deltite si unisce brevemente allo S.H.I.E.L.D. su richiesta del vecchio amico Nick Fury[7] per poi ritirarsi a vita privata e, diversi anni dopo, morì di cancro con il solo Dum Dum Dugan presente al suo cappezzale[8].

Fonti d'ispirazione

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Stando a quanto dichiarato da Dick Ayers Pinky è basato sul personaggio di David Niven ne I cannoni di Navarone, nonché su John Steed, protagonista di Agente speciale per il suo tratto distintivo di servirsi di un ombrello come arma. Il personaggio porta inoltre lo stemma del Reggimento Essex sulla propria uniforme, implicando abbia preso parte alla campagna della Birmania, in cui i suddetti combatterono coi Chindits. A ridosso dell'immagine da donnaiolo sempre data al personaggio inoltre, in un'intervista Stan Lee ha rivelato che, sebbene mai dichiarato esplicitamente, Pinky sia gay[9].

  1. ^ a b Il termine volume è usato in lingua inglese, in questo contesto, per indicare le serie, pertanto Vol. 1 sta per prima serie, Vol. 2 per seconda serie e così via.
  2. ^ a b Sgt. Fury and his Howling Commandos (vol. 1) n. 4, novembre 1963.
  3. ^ a b c Sgt. Fury and his Howling Commandos (vol. 1) n. 23, ottobre 1965.
  4. ^ a b Sgt. Fury and his Howling Commandos (vol. 1) n. 8, luglio 1964.
  5. ^ Sgt. Fury and his Howling Commandos Special King Size Annual (vol. 1) n. 1, ottobre 1965.
  6. ^ Sgt. Fury and his Howling Commandos Special King Size Annual (vol. 1) n. 3, agosto 1967.
  7. ^ Nick Fury, Agent of S.H.I.E.L.D. (vol. 3) n. 44-47, febbraio-maggio 1993.
  8. ^ Secret Warriors (vol. 1) n. 19, ottobre 2010.
  9. ^ (EN) CNN.com - Marvel Comics unveils gay gunslinger, su edition.cnn.com, https://edition.cnn.com/, 13 dicembre 2002. URL consultato il 17 gennaio 2015.
  10. ^ (EN) DEBRIEFING MARVEL'S AGENT CARTER: THE IRON CEILING, su marvel.com, Marvel.com, 16 gennaio 2015. URL consultato il 17 gennaio 2015.