Pirlo bresciano | |
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Nazione | Italia |
Il Pirlo è una bevanda alcolica, solitamente servita come aperitivo, originaria della provincia di Brescia, nel nord Italia. È preparato con vino bianco fermo e Campari. Il Pirlo viene servito in un bicchiere a stelo lungo con la tipica forma a ballon. È l'aperitivo tipico e tradizionale della provincia di Brescia.
Esistono tre ipotesi diverse sull'origine del pirlo, tutte appartenenti alle tradizioni orali della popolazione locale. Secondo la prima ipotesi, considerata la meno credibile, il pirlo sarebbe già esistito prima dell'introduzione degli ingredienti attuali (Campari o, successivamente, Aperol). Veniva preparato mescolando vino bianco con vermouth, e questa bevanda era chiamata bianco sporco, come raccontano alcuni anziani frequentatori delle storiche osterie del centro città. La seconda teoria sostiene che il pirlo sia comparso nella provincia di Brescia dopo la Seconda guerra mondiale, in un periodo coerente con la diffusione sia del Campari che dell’Aperol, quest’ultimo non divenuto popolare fino a dopo la guerra. Secondo la terza e ultima ipotesi, il pirlo nacque verso la fine del XIX secolo. Poiché i contadini erano poveri e non potevano permettersi vini ad alta gradazione alcolica, diluivano il vino con acqua e aggiungevano amari o vermouth per ravvivarne il sapore e renderlo più alcolico.
Oggi il pirlo è servito con il Campari in ogni bar o locale della provincia di Brescia. La moda dell’happy hour ha introdotto anche l’uso dell’Aperol, che ha una gradazione alcolica più bassa e un sapore meno complesso rispetto al Campari. Secondo la tradizione della provincia di Brescia, si utilizza vino bianco fermo al posto del prosecco, che ovviamente non esisteva nella zona negli anni '50 e il cui uso attuale costituisce la differenza più rilevante tra il pirlo bresciano e lo spritz veneziano. La fetta d’arancia e il ghiaccio sono aggiunte “di moda” che non fanno certamente parte dell’antica tradizione bresciana, dove invece era consueta la scorza di limone. Inoltre, in passato le osterie bresciane servivano il pirlo in bicchieri molto diversi dagli attuali, fatti di vetro spesso e di dimensioni ridotte, a forma di tulipano con un piccolo stelo o, più semplicemente, nel classico bicchiere basso da bar. Anche se col tempo il vino bianco frizzante e/o il seltz sono diventati ingredienti “classici”, la tradizione preferiva vino bianco fermo e acqua gassata per rendere la bevanda più frizzante. Questa ricetta veniva utilizzata fino alla fine degli anni '70 nella provincia e fino agli anni '80 in molte osterie dei paesi, mentre qualche bar di lusso del centro città poteva permettersi il seltz. Nelle osterie, il pirlo veniva anche chiamato bianc con l’amaro (letteralmente “bianco con l’amaro”), dove bianc stava per vino bianco e amaro indicava il bitter, quasi sempre Campari.
Come detto in precedenza, il pirlo veniva originariamente preparato con vino bianco fermo e Campari; intorno agli anni '70 si cominciò poi ad aggiungere acqua frizzante (o seltz nei bar più raffinati) per vivacizzare il sapore. In seguito, si iniziò a usare vino bianco frizzante e Aperol. Oggi esistono due modi diversi per preparare un pirlo, a eccezione della parte amara, che è sempre Campari o Aperol:
È importante sottolineare che il vino bianco fermo deve provenire dalla regione, così come, se si sceglie il vino bianco frizzante e l’acqua frizzante, a differenza della ricetta tradizionale con vino bianco fermo. Nella provincia di Brescia vengono prodotti molti tipi di vino, ma i vini DOC da utilizzare sono: Lugana (ovviamente solo nella versione ferma e secca), Curtefranca bianco, Capriano del Colle bianco, così come i vini IGT Valcamonica, Montenetto e Ronchi di Brescia.
L'etimologia del nome di questo aperitivo è piuttosto incerta. Secondo un aneddoto che fa riferimento alle tradizioni orali, il nome pirlo potrebbe derivare dal particolare movimento circolare che il liquore compie dopo essere caduto nel vino. In dialetto, infatti, si usa dire ho fatto un pirlo quando si cade; l'espressione significa infatti "sono caduto". Il liquore, versandosi nel bicchiere, richiama un pirlo (una caduta) che scende verso il basso per poi risalire.
Il pirlone non è altro che un doppio pirlo, spesso servito in bicchieri molto grandi. Il pirlone, come variante, è diventato popolare con la moda dell’happy hour (in italiano apericena), caratterizzato da abbondanti aperitivi, per i quali un "semplice" pirlo potrebbe non essere sufficiente.