Plan S, in italiano Piano S, è un'iniziativa per l'editoria scientifica ad accesso aperto avviata nel 2018[1][2] da "cOAlition S",[3] un consorzio costituito da enti finanziatori della ricerca afferenti a vari paesi europei. Il piano promuove l’estensione dell’open access a tutti i risultati di ricerca finanziati pubblicamente, attraverso l'inserimento su piattaforme liberamente accessibili, e con effetto dal 2021.[4]
Nel 2017 le previsioni suggerivano la copertura approssimativa del 6% degli articoli di ricerca a livello mondiale, compreso circa un terzo dei contributi su Nature e Science. I principali editori hanno pianificato di soddisfare le indicazioni del Piano S offrendo (o consentendo) agli autori opzioni ad accesso aperto.[5]
Il piano, varato nel 2018, viene strutturato attorno a dieci principi. Di questi, il principio chiave afferma che entro il 2021 la ricerca finanziata da sovvenzioni pubbliche o private deve essere pubblicata su riviste o piattaforme ad accesso aperto, e resa immediatamente disponibile senza embargo, ossia senza tempi di attesa.[6]
i membri del consorzio dovrebbero stabilire solidi criteri e caratteristiche di conformità finalizzate alla pubblicazione su periodici e piattaforme open access;
i membri dovrebbero anche fornire incentivi per la creazione di periodici e piattaforme open access, nel caso non ne esistano ancora di conformi;
i costi di pubblicazione dovrebbero essere sostenuti da organizzazioni finanziatrici o dalle università, e non dai singoli ricercatori, che andrebbero messi tutti in condizione di pubblicare in open access;
tali costi di pubblicazione dovrebbero essere standardizzati e calmierati;
università, centri di ricerca e biblioteche dovrebbero uniformare i propri regolamenti e le proprie strategie;
i principi valgono per qualunque tipo di pubblicazione accademica, tuttavia è previsto un periodo più lungo di preparazione per monografie e capitoli di libri;[7]
i membri non sostengono il modello ibrido di pubblicazione, tuttavia concordano un periodo di transizione in cui vengono tollerati i contratti trasformativi in previsione del passaggio all'open access totale;
i membri del consorzio devono monitorare ed eventualmente sanzionare le mancate conformità;
i membri si impegnano anche a valutare il merito delle pubblicazioni indipendentemente dal loro impact factor, dal periodico in cui sono inserite o dall'editore.
Istituti di ricerca, ricercatori, università, finanziatori, enti di beneficenza, editori e società civile hanno contribuito a formulare le linee guida al Plan S, pubblicate il 27 novembre2018.[8][9]
Nel momento in cui il piano viene varato, è previsto un periodo di transizione, durante il quale resta consentita la pubblicazione sulle cosiddette riviste trasformative, o riviste ibride, ossia soggette ad accordi per la trasformazione ad accesso completamente aperto.[10] Tali accordi sono frutto di contratti pubblici, inizialmente tollerabili non oltre il 2023. Anche i costi sono di dominio pubblico.[8]
La pubblicazione su qualsiasi rivista continua ad essere consentita a condizione che una copia del postprint o "manoscritto accettato", oppure dello stesso articolo finale pubblicato, venga depositata ad accesso aperto (green open access) senza embargo e con licenza CC BY in un repository istituzionale o comunque riconosciuto.[10] Le politiche editoriali volte alla proibizione di tale possibilità vengono ignorate in virtù della strategia di conservazione dei diritti prevista da cOAlition S.[11][12]
Condivisione, adattamento e riutilizzo dei contenuti accademici per qualsiasi scopo, anche commerciale, sono previsti soltanto garantendone la corretta attribuzione agli autori attraverso un tipo di licenza universalmente riconosciuta, esente da royalty, non esclusiva e irrevocabile. Gli articoli accademici devono quindi essere pubblicati con una licenza Creative Commons attestante il pubblico dominio, ovvero con attribuzione CC BY 4.0, o in alternativa CC BY-SA 4.0.[8] Ciò ne consente, fra l'altro, l'utilizzo in Wikipedia.[13]
Criteri obbligatori per riviste e piattaforme ad accesso aperto
Riassumendo, al fine di essere conformi al Piano S le riviste e le piattaforme ad accesso aperto devono soddisfare i seguenti criteri:
al momento della pubblicazione tutti i contenuti accademici devono essere immediatamente e completamente accessibili, scaricabili e privi di vincoli tecnici come i DRM o di altra natura;
vanno previste esenzioni automatiche sui costi di elaborazione degli articoli per autori afferenti a paesi a basso reddito e sconti per autori provenienti da paesi a reddito medio;
i costi di pubblicazione, sia diretti che indiretti, e il potenziale surplus, devono essere trasparenti e disponibili sul sito web della rivista o piattaforma di pubblicazione.
i DOI devono essere utilizzati come identificatori permanenti;
per la conservazione digitale a lungo termine va utilizzata una strategia che preveda la deposizione dei contenuti in un programma di archiviazione come LOCKSS/CLOCKSS;
gli articoli devono essere accessibili a testo pieno, ossia per intero, e quindi in formato leggibile dalla macchina, ad esempio XML / JATS (Journal Article Tag Suite), tale da favorire il Text and Data Mining o TDM. I metadati devono essere di alta qualità e parimenti leggibili dalla macchina, così come le informazioni sullo stato di accesso aperto e sulla licenza dell'articolo;
vengono richiesti anche il collegamento a dati grezzi e al codice in repository esterni.[14]
Nell'ottobre 2018 l'Office of Science and Technology Policy (OSTP) dichiara che i finanziatori federali statunitensi non intendono aderire al Piano S, in particolare in quanto non ritengono opportuno suggerire "ai ricercatori dove pubblicare i propri articoli".[20]
Nel 2019 il Jubileee Fond (RJ) della Riksbank svedese, inizialmente fra i membri,[21] lascia la cOAlition S perché preoccupato dalle tempistiche del Piano S;[22] analogamente il Consiglio europeo della ricerca, pur inizialmente sostenitore,[23] si ritira nel luglio 2020.[24]
Il 25 ottobre2019 l'India annuncia la propria mancata adesione,[25] malgrado le iniziali manifestazioni di sostegno.[26]
Fino all'8 febbraio2019 su Internet è stato possibile esprimere direttamente il proprio parere in relazione agli orientamenti per l'attuazione. Il riscontro ricevuto è stato inserito nella versione aggiornata delle linee guida, pubblicata il 31 maggio2019.[27]
Numerose sono state le dichiarazioni istituzionali di sostegno a livello mondiale, comprese quelle di accademie, ministeri, fondazioni e biblioteche. Fra queste, ad esempio, l'Associazione delle università europee[28], la Lega delle università europee di ricerca (LERU),[29] la federazione ALLEA delle Accademie europee scientifiche e umanistiche (European Federation of Academies of Sciences and Humanities),[30] biblioteche e fondazioni cinesi,[31] l'Associazione CAUL dei bibliotecari universitari australiani,[32] e molte altre.
All'uscita delle linee guida, quasi 1.800 ricercatori firmano una lettera aperta per esprimere preoccupazione circa eventuali effetti indesiderati del Plan S, che limiterebbe anzitutto la libertà degli autori.[33] Più o meno nello stesso periodo, un'altra lettera aperta viene emessa viceversa a sostegno dell'accesso aperto obbligatorio, e firmata da oltre 1.900 ricercatori. In essa, tuttavia, manca un riferimento diretto al Piano S.[34][35]
In generale, le politiche del Piano S ricevono un'accoglienza mista da parte del mondo accademico, che in parte approva la strategia di conservazione dei diritti,[36][37] ma in parte considera con sospetto e preoccupazione la reazione degli editori[38] ed eventuali rischi di carattere legale.[39]
Il piano incontra inizialmente l'opposizione di numerosi editori di riviste ad accesso non aperto, nonché di società scientifiche.[40] Fra le critiche spicca quella di AAAS, editore di Science, secondo cui il Piano S non garantisce la peer-review di alta qualità, né la pubblicazione e la diffusione della ricerca. Addirittura la sua attuazione "disturberebbe le comunicazioni accademiche, costituirebbe un disservizio per i ricercatori e comprometterebbe la libertà accademica".[41]
Secondo l'OASPA, Plan S pone in svantaggio gli editori emergenti e minori da un punto di vista competitivo, danneggiandone potenzialmente le prospettive.[42]
Malgrado la diffidenza iniziale, un po' alla volta anche i maggiori editori hanno cominciato a modificare il proprio approccio; il 28 novembre2018Cambridge University Press ha annunciato che la rivista Epidemiology and Infection si sarebbe convertita al modello di pubblicazione ad accesso aperto a partire dal 1º gennaio2019, citando le mutate politiche dei finanziatori e il Piano S.[43]
Analogamente Springer l'8 aprile2020 ha annunciato l'intenzione di rendere compatibili con il Piano S molte riviste, fra cui Nature, pubblicando alcuni articoli ad accesso aperto a partire dal 2021 e impegnandosi per la transizione finale verso l'accesso completamente aperto.[44]
Nonostante la diffusione di posizioni più concilianti nei confronti del Plan S, nel febbraio2021 oltre 50 editori, tra cui Elsevier, Wiley e Springer Nature, hanno manifestato aperta opposizione alla strategia di conservazione dei diritti di cOAlition S.[45][46]
(EN) Gareth O’Neill, Matthew DiFranco e Marcel Swart, Joint Statement on Open Access for Researchers via Plan S (PDF), su eurodoc.net, European Council of Doctoral Candidates and Junior Researchers, 24 settembre 2018. URL consultato il 5 settembre 2023.