Power ballad

Power ballad
Origini stilisticheBallata
Hard rock
Power pop
Album-oriented rock
Arena rock
Pop rock
Heavy metal
Origini culturalianni settanta
Strumenti tipicichitarra elettrica, tastiera, chitarra acustica, percussioni
Popolaritàapice della popolarità negli anni ottanta; molto diffuse ancora oggi
Quando è suonata una power ballad, un classico gesto degli spettatori è quello di alzare al cielo e muovere gli accendini accesi

Nella musica, il termine power ballad sta a indicare un brano lento e melodico, caratterizzato da sonorità dolci, toccanti ed evocative e che arriva ad esplorare temi sentimentali come la nostalgia e la gelosia, la rottura, l'abbandono o ad esprimere semplicemente una dichiarazione d'amore. Le atmosfere possono essere malinconiche, ma anche romantiche o vigorose[1].

Caratteristiche

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Solitamente si fa distinzione fra ballad convenzionale e power ballad se vi è la presenza di una chitarra elettrica distorta che sopraggiunge nel climax del brano per conferire maggiore enfasi emozionale al culmine della canzone e maggior vigore al fraseggio (da cui il termine inglese "power" ad indicare la relativa "potenza" maggiore rispetto ad una semplice esecuzione acustica)[2][3].

Un brano power ballad ha una struttura ritmica lenta molto cadenzata, solitamente distribuita su Intro - Strofa - Ritornello - Strofa - Ritornello - Assolo - Ritornello.

A differenza dei classici brani metal, si differenzia per il ruolo preponderante di Synth Pad, chitarra elettrica con effetto chorus (sulla strofa) e con distorsore (sul ritornello) e/o la presenza di chitarre acustiche. A questi, talvolta, vengono aggiunti archi, ottoni, percussioni orchestrali (come i timpani) e sezioni di cori[3].

Il termine Power ballad divenne di uso comune durante la prima metà degli anni '70, quando le radio cominciarono a dedicare uno spazio a canzoni come "Without You" dei Badfinger, "Stairway to Heaven" dei Led Zeppelin e "Dream On" degli Aerosmith.[4] Da allora, il genere rimase sempre in voga e divenne molto comune con l'hair metal[5].

  1. ^ Le dieci migliori power ballads di tutti i tempi, su www.musicversity.it. URL consultato il 26 giugno 2024.
  2. ^ Simon Frith, Will Straw, John Street (a cura di), The Cambridge Companion to Pop and Rock, 16 agosto 2001, p. 100, DOI:10.1017/ccol9780521553698. URL consultato il 26 giugno 2024.
  3. ^ a b David Metzer, The Ballad in American Popular Music: From Elvis to Beyoncé, Cambridge University Press, 2017, p. 144, ISBN 9781108509749.
  4. ^ Charles Aaron, Don't fight the power, in SPIN.
  5. ^ Le Power Ballads: quando i duri diventano romantici « Music Parade, su musicparade.it. URL consultato il 26 giugno 2024.

Voci correlate

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