Prosotherium | |
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Scheletro di Prosotherium garzoni | |
Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Superordine | Meridiungulata |
Ordine | Notoungulata |
Sottordine | Typotheria |
Famiglia | Hegetotheriidae |
Genere | Prosotherium |
Prosotherium è un genere estinto di mammiferi notoungulati, appartenente ai tipoteri. Visse nell'Oligocene superiore (circa 29-24 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Sudamerica.
Questo animale doveva assomigliare a un coniglio, sia come dimensioni che come aspetto; era dotato di zampe posteriori particolarmente allungate.
Il cranio era di costituzione leggera e stretto, in particolare nella parte posteriore. Le bolle timpaniche erano particolarmente sviluppate, anche più che nell'affine Pachyrukhos, ed è probabile che i padiglioni auricolari fossero molto grandi, come quelli dei conigli e delle lepri. Mascella e mandibola erano alte e profonde; la mandibola era dotata di un processo coronoide sottile. La dentatura era caratterizzata da incisivi diretti obliquamente in avanti, e molari e premolari ricoperti da un sottile strato di cemento dentario (più spesso nella parte esterna dei denti superiori e nella parte interna dei denti inferiori).
L'omero era lungo e sottile, così come ulna e radio. Metacarpi e falangi indicano che la mano era gracile e piccola. La pelvi era allungata, snella e di costituzione leggera, mentre il femore era dotato di una piccola testa ben separata dal corpo principale. Il femore era ancora più lungo di quello dell'affine Pachyrukhos, e possedeva un terzo trocantere curiosamente "slittato" nella parte posteriore. Al contrario di Pachyrukhos, tibia e perone erano completamente separate. L'astragalo era anch'esso caratteristico, con la superficie trocleare interamente nella parte dorsale dell'osso, e le creste condilari basse e piatte. Il calcagno era relativamente piccolo, con una faccetta articolare per il cuboide leggermente concava e che andava a occupare tutta la parte distale dell'osso. I metatarsi erano piuttosto robusti e più corti di quelli di Pachyrukhos. Le falangi ungueali erano alte e strette, ma verso la parte terminale erano appiattite e allargate.
Il genere Prosotherium venne descritto per la prima volta nel 1897 da Florentino Ameghino, sulla base di resti fossili ritrovati in Patagonia (Argentina) in terreni dell'Oligocene superiore. La specie tipo è Prosotherium garzoni, ma Ameghino descrisse anche P. triangulidens (leggermente più grande della specie tipo), P. robustum e P. quartum. Queste ultime due specie, tuttavia, non sono ritenute attualmente valide.
Prosotherium è un rappresentante degli egetoteriidi, un gruppo di notoungulati di costituzione leggera e dall'aspetto simile a quello di roditori e lepri. In particolare, Prosotherium fa parte della sottofamiglia Pachyrukhinae, comprendente le forme più simili a lepri. È possibile che Prosotherium fosse ancestrale o vicino all'origine del genere Paedotherium, più specializzato.
Nei terreni dell'Oligocene superiore della Patagonia erano presenti almeno tre egetoteriidi dotati di denti ipsodonti: Prosotherium, Propachyrucos e Medistylus (quest'ultimo a volte considerato un interateriide); ciò implica una stretta ripartizione di nicchie ecologiche tra gli egetoteri oligocenici, oltre a riflettere la notevole radiazione evolutiva di ungulati simili a roditori nel Cenozoico sudamericano e a suggerire una differenza paleoambientale notevole tra le faune della Patagonia e quelle della Bolivia e dell'Uruguay, in cui questi animali erano assenti (Reguero, 2007).