La prostituzione in Messico ha iniziato ad essere regolamentata a partire dal 1885[1]; oggi si trova ad esser depenalizzata sotto la supervisione governativa, ma le leggi possono variare all'interno degli stati messicani e 13 su 31 di essi la regolano[2]. La prostituzione minorile (compiuta da minorenni) è illegale, ma rimane una pratica relativamente comune.[3]
In alcune città sono state adibite particolari zone che permettono l'esercizio della prostituzione, fungendo così da vero e proprio quartiere a luci rosse. In molte parti del paese lo sfruttamento della prostituzione è illegale, anche se si verificano spesso esser rapporti di lavoro tra prostitute e protettrici donne chiamate madrotas.[4] Il governo offre infine anche rifugi in cui accoglie le ex prostitute.[5]
Nelle città di confine, come Mexicali e altre, bordelli locali e teatri vaudeville divennero gli spazi preferenziali per i turisti nordamericani ed europei fin dagli anni '30 del '900.[6] Oggi si può sostenere che le riforme neo-liberali istituite alla fine del 1990 sotto l'amministrazione di Carlos Salinas, abbiano causato un'immigrazione di donne indigene dal sud del paese verso le zone di frontiera situate a nord per trovare lavoro nel commercio sessuale, oltre che nelle maquiladora.[7] Casi di violenza occorsa a lavoratrici sessuali a Ciudad Juárez sono stati ricollegati ad atrocità simili commesse proprio contro le operaie nelle fabbriche.[8]
Attualmente, gli uomini statunitensi costituiscono un settore importante della clientela delle prostitute messicane operanti nelle città di confine, come Tijuana e Ciudad Juárez; a metà degli anni 2000 più di 2/3 delle prostitute di queste due città avevano avuto almeno un cliente proveniente dagli Stati Uniti negli ultimi due mesi.[9]
La prostituzione minorile rappresenta un fenomeno rilevante dell'intera nazione ed il Messico continua ad essere una delle destinazioni preferite per i pedofili che praticano il turismo sessuale minorile; è inoltre uno dei punti caldi di sfruttamento sessuale minorile, assieme a Thailandia, Cambogia, Colombia, India e Brasile.[10]
Uno studio condotto dall'UNICEF nel 2000 ha stimato che più di 16.000 bambini e adolescenti messicani maschi e femmine sono stati coinvolti nel giro della prostituzione.[11] Uno studio del 2004 ha stimato invece in 17.000 minorenni il numero di vittime del commercio sessuale nell'intero paese[12]; l'anno seguente è stato calcolato in più di 20.000 il numero delle vittime della prostituzione minorile.[13]
Nella periferia di Città del Messico, su 13.000 bambini di strada, il 95% di loro ha avuto almeno un incontro sessuale con un adulto, la maggior parte dei quali attraverso la prostituzione[10]. Nello stato meridionale povero del Chiapas, secondo alcuni gruppi che si occupano di diritti umani, i bambini posson venire venduti dalle stesse famiglie per 100-200 dollari: questa è considerata una delle regioni peggiori al mondo in termini di prostituzione minorile.[10]
Il turismo sessuale che coinvolge i minorenni è più diffuso nella zona di frontiera settentrionale e nelle regioni a più alta densità turistica, da Acapulco a Guadalajara. I minori di solito vengono fatti passare attraverso il confine con gli USA con l'intento d'esser sfruttati sessualmente anche con la collaborazione di turisti, militari, polizia, funzionari commerciali e personale governativo.[14]
Il Messico è sia fonte, zona di transito e paese di destinazione per persone vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale commerciale. La povertà e la corruzione generalizzata, ma anche la violenta guerra contro i narcotrafficanti, hanno contribuito alla proliferazione della schiavitù sessuale nel paese; gran parte del business del sesso è controllato da bande criminali. I gruppi ritenuti più vulnerabili alla tratta di esseri umani sono donne e bambini, ma anche le persone appartenenti a gruppi indigeni e i migranti privi di documenti.[15]
Giovani donne migranti hanno raccontato d'esser state derubate, picchiate e violentate dai membri di bande criminali che poi le costringevano a prostituirsi per strada o nei locali esibendosi in Go-go dancing o altre forme di danza erotica, sotto la minaccia di ulteriori danni a loro o alle proprie famiglie.[16] La maggior parte delle vittime di tratta non messicane provengono dall'America centrale, con minoranze significative provenienti da Brasile, Cuba, Cina, India e dai paesi dell'Europa dell'est.[16]