QV68

QV68
Ritratto di Meritamon realizzato su un disegno fatto da Lepsius di quello da lui visto nella tomba QV 68.
CiviltàAntico Egitto
UtilizzoTomba
EpocaNuovo Regno (XIX dinastia)
Localizzazione
StatoEgitto (bandiera) Egitto
LocalitàLuxor
Amministrazione
PatrimonioTebe (Valle delle Regine)
EnteMinistero delle Antichità

QV68 (Queens' Valley 68) è la sigla che identifica la tomba della regina Meritamon, figlia del faraone Ramses II e della regina Nefertari e in seguito Grande sposa reale, nella Valle delle Regine in Egitto.

La tomba venne menzionata sia da Champollion che da Lepsius, che ne diede una breve descrizione in un suo resoconto di una campagna di scavi durata dal 1842 al 1845 dove la tomba viene identificata come "tomba numero 12",[1] e fu poi esplorata da Ernesto Schiaparelli (direttore del Museo Egizio di Torino).

La tomba QV68, risalente al tredicesimo secolo a.C., è costituita da un corto corridoio, un vestibolo, una stanza laterale e la vera e propria stanza funeraria, la stanza principale. Quest'ultima contiene diverse scene in cui compaiono molte divinità. In una di queste, Meritamon compare di fronte a Neith, Thoth, Ra-Harakhti e Hathor mentre in un'altra la regina consacra le cassette di Mehetueret davanti a Osiride e Hathor, sedute sotto un'edicola.[2] Le iscrizioni sulle pareti descrivono la regina come "L'Osiride, Figlia del Re, Grande sposa reale, Signora delle Due Terre, Meritamon".[3] In altre scene ancora, Meritamon porge un'offerta a Khnum ed offre due vasi a Ptah.[2].

Il sarcofago di Meritamon, realizzato in granito rosso e oggi conservato a Berlino, reca due iscrizioni sulla parte superiore del coperchio che, esattamente come quelle sulle pareti, identificano la regina come "L'Osiride, Figlia del Re da lui amata, Grande sposa reale, Signora delle Due Terre, Meritamon".[3]

  1. ^ Karl Richard Lepsius, Denkmaeler aus Aegypten und Aethiopien nach den Zeichnungen der von Seiner Majestät dem Koenige von Preussen, Friedrich Wilhelm IV., nach diesen Ländern gesendeten, und in den Jahren 1842—1845 ausgeführten wissenschaftlichen Expedition auf Befehl Seiner Majestät., Éditions de Belles-Lettres, 1972.
  2. ^ a b Bertha Porter e Rosalind Moss, Part 2. Royal Tombs and Smaller Cemeteries, in Topographical Bibliography of Ancient Egyptian Hieroglyphic Texts, Statues, Reliefs and Paintings, Volume I: The Theban Necropolis, Griffith Institute, 1964, pp. 766-767.
  3. ^ a b K. A. Kitchen, Rammeside Inscriptions, Translated & Annotated, Translations, Volume II, Blackwell Publishers, 1996.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]