Qavurt

Qavurt
Dinar aureo realizzato sotto Qavurt che menziona Chaghri Beg come suo signore. Fu coniato a Jiroft nel 1056-1057
signore del Kerman
Nome completoKara Arslan Ahmad Qavurt bin Dawud Chaghri
Nascitatra 1040 e 1050
Morte1073
DinastiaSelgiuchidi
PadreChaghri Beg
Religionesunnismo

Kara Arslan Ahmad Qavurt, meglio conosciuto semplicemente come Qavurt o Kavurt (... – 1073), fu un principe dell'selgiuchide che, alla morte del fratello, scatenò un'infruttuosa ribellione contro il nipote, nel tentativo di impossessarsi del trono selgiuchide.

I Selgiuchidi erano una tribù turca affine agli Oghuz che, nel X secolo, viveva nelle steppe del Turkestan, sottoposta al dominio dei Cazari.[1] Essa fondò sia l'impero selgiuchide sia il sultanato di Rum, che al momento di massimo splendore si estendevano dall'Anatolia alla Persia orientale. Qavurt era figlio di Çağrı Beg, che era a sua volta nipote di Seljuq, il fondatore della dinastia.[2] Il fratello di Qavurt, Alp Arslan, succedette allo zio Tughrıl come nuovo sultano e Qavurt, allora governatore del Kerman (la Persia meridionale), pensò di essere il prossimo nella linea di successione.

Il testamento di Alp Arslan

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Alp Arslan morì nel 1072, ma prima di morire lasciò il suo trono a Malik Shah I, il suo secondogenito, premurandosi di ricordagli che sarebbero potenzialmente esplose delle lotte per il trono. I principali contendenti al trono erano il figlio maggiore Ayaz e il fratello Qavurt. Come compromesso, Malik Shah volle concedere generose sovvenzioni ai due pretendenti.

La ribellione di Qavurt

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Malik Shah aveva solo 17 o 18 anni quando ascese al trono. Sebbene Ayaz non costituisse alcun problema, egli dovette invece affrontare la ribellione che fomentò Qavurt.[3] Colui che temeva ancor di più per la propria posizione era il visir Nizam al-Mulk, ovvero il sovrano de facto dell'impero durante la giovane età di Malik Shah. Sebbene Qavurt disponesse soltanto un piccolo esercito, gli ufficiali turcomanni dell'esercito di Malik Shah tendevano a sostenere Qavurt. Una significativa eccezione fu rappresentata dalla dinastia degli Artuqidi, rimasta fedele al sultano legittimo. Considerata la situazione, Malik Shah e Nizam al-Mulk scelsero di reclutare dei reggimenti non composto da turchi all'esercito selgiuchide. Lo scontro ebbe infine luogo in una località indicata dalle fonti come Kerç kapı (o Kerec),[4] vicino a Hamadan, il 16 maggio 1073. Malik Shah riuscì a sconfiggere le forze di Qavurt, costringendolo a una fuga che non durò molto, poiché presto egli venne fatto prigioniero. Inizialmente Malik Shah assunse un atteggiamento tollerante nei confronti dello zio, ma Nizam al-Mulk convinse il giovane sultano a giustiziare Qavurt, così come due dei quattro figli del rivale.[5] In seguito eliminò la maggior parte dei comandanti turchi dell'esercito sospettati di aver sostenuto o di sostenere ancora Qavurt.

La sconfitta di Qavurt fu un duro colpo per la componente turca dell'impero. Gli altri figli di Qavurt riuscirono a governare il Kerman come vassalli di Malik Shah e il loro piccolo governatorato sopravvisse addirittura più a lungo dell'impero selgiuchide.

  1. ^ Michele Pellegrini e Roberto Roveda, Breve storia del Medioevo, Newton Compton Editori, 2022, p. 243, ISBN 978-88-22-76457-7.
  2. ^ (EN) Andrew C.S. Peacock, Early Seljuq History, 1ª ed., 2010, p. 27, ISBN 978-04-15-86482-4.
  3. ^ (EN) Encyclopædia Britannica, vol. 14, 70ª ed., p. 699.
  4. ^ (TR) Sina Akşin-Ümit Hassan, Türkiye Tarihi 1 Vatan Kitap, 2009, p. 180, ISBN 975-406-563-2.
  5. ^ (EN) Clifford Edmund Bosworth, The New Islamic Dynasties:  A Chronological and Genealogical Manual, New York, Columbia University Press, 1996, pp. 186-187.

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