Qui squadra mobile | |
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Paese | Italia |
Anno | 1973-1976 |
Formato | serie TV |
Genere | poliziesco |
Stagioni | 2 |
Episodi | 12 |
Durata | n.d. |
Lingua originale | italiano |
Dati tecnici | B/N n.d. |
Crediti | |
Regia | Anton Giulio Majano |
Soggetto | Massimo Felisatti, Fabio Pittorru |
Sceneggiatura | Massimo Felisatti, Fabio Pittorru, Anton Giulio Majano |
Interpreti e personaggi | |
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Musiche | Lucia De Laurentis (sigle di Gianni Meccia e Bruno Zambrini) |
Scenografia | Emilio Voglino |
Costumi | Silvana Pantani |
Produttore esecutivo | Bruno Gambarotta |
Casa di produzione | Rai |
Prima visione | |
Dall' | 8 maggio 1973 |
Al | 12 ottobre 1976 |
Rete televisiva | Programma Nazionale (1973) Rete 1 (1976) |
Qui squadra mobile è una serie televisiva di genere poliziesco prodotta dalla Rai per l'allora Programma Nazionale (l'odierna Rai 1) e trasmessa a partire dall'8 maggio 1973. È stata trasmessa nella prima serata del martedì (che all'epoca iniziava alle ore 20.30).[1]
Ne fu poi realizzata una seconda stagione, trasmessa nel 1976 sempre sul primo canale Rai (nel frattempo ribattezzato, a seguito della riforma del 1975, Rete 1).
È ricordata anche per le sigle musicali di apertura e chiusura 113 e Dinamica della fuga, firmate dal duo Gianni Meccia e Bruno Zambrini.
La serie televisiva viene ideata in seguito al successo del genere cinematografico poliziottesco che, nei primi anni settanta, riscuote un ampio consenso di pubblico, anche grazie al fatto di portare sullo schermo argomenti scottanti e caratteristici della realtà, quali principalmente la violenza e la diffusa delinquenza degli anni di piombo, ma anche lo scontro tra istituzioni e contestazione giovanile e, in qualche raro caso, i servizi deviati e le trame nere. L'idea alla base è quella di portare sul piccolo schermo un filone di successo, addolcendolo per un pubblico di famiglie rendendo meno spigoloso il carattere dei personaggi e meno scabrosi il linguaggio e i temi trattati.[2]
La regia televisiva viene affidata ad Anton Giulio Majano, comprovato regista televisivo di successo con alle spalle produzioni come La cittadella (1964), Tenente Sheridan: La donna di fiori (1965), La freccia nera (1968), E le stelle stanno a guardare (1971). Majano collabora anche alla sceneggiatura del duo Massimo Felisatti e Fabio Pittorru, mentre Bruno Gambarotta, all'epoca dirigente Rai, è delegato alla produzione.
Le vicende narrate sono ambientate a Roma e sono ispirate ad episodi di cronaca nera e giudiziaria (rapine, delitti, estorsioni) realmente accaduti nella capitale nei primi anni settanta. La sceneggiatura è infatti il frutto di ricerche compiute su incartamenti presenti negli archivi di polizia.[1]
Grazie al successo della prima stagione, composta da sei episodi e trasmessa nel 1973, nel 1976 ne viene prodotta una seconda, composta anch'essa di sei episodi.
La prima stagione della serie viene trasmessa dal Programma Nazionale dall'8 maggio al 12 giugno 1973. La seconda stagione di Qui squadra mobile viene irradiata, sempre sul primo canale Rai (divenuto nel frattempo Rete 1), alle 20.45, dal 7 settembre al 12 ottobre 1976.
La serie è stata distribuita in home video in quattro DVD, a uscite periodiche in edicola, dalla Fabbri Editori nel 2010, successivamente è stata ripubblicata, raccolta in due cofanetti, da Elleu Multimedia.
Il cast della serie è composto da un gruppo di personaggi fissi affiancati da attori ospiti. I protagonisti sono Giancarlo Sbragia nei panni del commissario Antonio Carraro, capo della squadra mobile, e Orazio Orlando, nella parte di Fernando Solmi, responsabile della sezione omicidi. A costoro vengono affiancati personaggi estemporanei, sullo stile della precedente e collaudata serie del tenente Sheridan.
Nella seconda stagione del 1976 subentrano alcuni nuovi attori, quale ad esempio Luigi Vannucchi, nelle vesti del nuovo capo della mobile, Guido Salemi, che viene a rimpiazzare Giancarlo Sbragia, che lascia la serie perché impegnato in teatro.[3][4].
Stagione | Episodi | Prima TV Italia |
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Prima stagione | 6 | 1973 |
Seconda stagione | 6 | 1976 |
Sul medesimo argomento i due autori, Felisatti e Pittorru, hanno scritto cinque storie raccolte in un libro dallo stesso titolo della serie, Qui squadra mobile (non si sa se destinate ad essere ridotte per la televisione), pubblicate per i tipi di Garzanti-Vallardi solo nel 1978, sull'onda del successo ottenuto anche dalla seconda stagione. I titoli dei cinque racconti sono, come d'uso, in linea con l'argomento di genere poliziesco: A scopo di libidine, La madama, La morte con le ali bianche, La pista degli intoccabili, Telefoni sotto controllo.
Nel quinto episodio della prima stagione (Un'indagine alla rovescia), Carraro insieme a Solmi, per depistare i giornalisti alle loro calcagna in cerca di notizie, si fermano e entrano alla piscina di Lungotevere Flaminio; Qui poi Carraro incontrerà sua moglie e sua figlia con cui si fermerà a parlare.
Nel sesto episodio della prima stagione (Senza difesa) viene ripetuto più volte il tema musicale Chi mai di Ennio Morricone, già utilizzato nel film Maddalena (1972) di Jerzy Kawalerowicz, e divenuto poi ancor più celebre come tema principale del film Joss il professionista, del 1981, di Georges Lautner. Nonostante ciò, nessun riferimento viene fatto a Morricone, né nei titoli di testa né in quelli di coda dell'episodio.