Román Viñoly Barreto (Montevideo, 8 agosto 1914 – Buenos Aires, 20 agosto 1970) è stato un regista e sceneggiatore uruguaiano naturalizzato argentino.
Nato a Montevideo da una famiglia di pescatori, si laureò in Filosofia e studiò anche musica e balletto, fondando successivamente un gruppo teatrale. All'età di 26 anni si trasferì a Buenos Aires, dove ebbe inizio la sua carriera cinematografica. Lavorò inizialmente come aiuto regista per i film El gran amor de Bécquer del 1946 e El hombre que amé del 1947, entrambi diretti da Alberto de Zavalía. Nel 1947 fece il suo esordio alla regia con Estrellita, con protagonisti Yeya Duciel, José Olarra e Luis Zaballa.
Tra il 1947 e il 1966 Barreto diresse circa 30 film e per alcuni di questi ne scrisse anche la sceneggiatura. Tra i suoi film più famosi si ricorda El abuelo del 1954, in cui recitarono alcune stelle del cinema argentino come Enrique Muiño e Mecha Ortiz. Nel 1965 uscì nelle sale La pérgola de las flores, che gli valse il primo premio dell'Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales (INCAA) come miglior film argentino e che ebbe tra i protagonisti la spagnola Marujita Díaz e il cileno Antonio Prieto. Lavorò anche come regista teatrale e televisivo negli ultimi anni della sua vita, sia in Uruguay che in Argentina. Nel 1958 fu tra i fondatori dell'associazione Directores Argentinos Cinematográficos (DAC), con sede a Buenos Aires[1].
Sposato con l'insegnante di matematica María Beceiro, ebbero un unico figlio, Rafael.
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