Ruggero | |
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Pupo siciliano che rappresenta Ruggero dall'Aquila Bianca, opera di Aurelio Failla | |
Saga | ciclo carolingio |
Lingua orig. | Italiano |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Maschio |
Professione | guerriero |
Ruggero (o Ruggiero) è un personaggio dell'Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo e dell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto.
Ruggiero compare per la prima volta nella Canzone d'Aspromonte, poi rivisitata da Andrea da Barberino nell'Aspramonte.[1] Fa poi un'altra apparizione col nome di Rugiero nella Borsiade (Borsias è il titolo originale in latino) di Tito Vespasiano Strozzi, zio di Boiardo, un'opera epica scritta in onore di Borso d'Este. Ripreso all'inizio del secondo libro dell'Innamorato, Ruggero è presentato come un giovane guerriero molto valoroso, discendente dalla stirpe di Ettore (di cui porta lo stemma, un'aquila bianca in campo azzurro): dalla sua prole discenderanno gli Estensi, i dedicatari del poema.[2] Qui viene per la prima volta profetizzato che l'eroe dopo la sua conversione al cristianesimo morirà per mano di un traditore maganzese.
Ruggero, verrà rivelato poi nel Furioso, è fratello gemello di Marfisa e figlio di Ruggero II (secondo in ordine di lignaggio), già protagonista della Canzone d'Aspromonte: alla morte dei genitori, i due bambini vengono divisi. Ruggero è raccolto ancora in fasce dall'affezionato tutore, il mago Atlante, che istruisce il favoloso destriero alato Ippogrifo a "guardargli le spalle"; mentre Marfisa crescerà in Oriente. Entrambi verranno allevati nella fede musulmana.
Ruggero combatte perlopiù con una spada fatata il cui nome è Balisarda. Il suo cavallo, che ha una macchia bianca sulla fronte, si chiama Frontino, e apparteneva già con il nome di Frontalatte a Sacripante: dopo essere stato rubato dal ladro Brunello, perverrà a Ruggero.
Innamorato della sorella di Rinaldo, Bradamante, le promette di convertirsi al Cristianesimo e di unirsi a Carlo Magno e di sposarla, ma ben presto viene irretito dalla fata Alcina, per la qual cosa interverrà in suo aiuto la maga Melissa, facendolo fuggire e quindi approdare nel regno di Logistilla. Da quest'ultima l'eroe riceve in dono il morso per addomesticare l'Ippogrifo, col quale riuscirà a salvare Angelica, offerta in pasto all'Orca di Ebuda. Ruggero poi improvvisamente si trova a un bivio: seguire il re moro d'Africa Agramante nell'assedio di Parigi o combattere dalla parte dei cristiani per la promessa fatta all'amata. Resterà a lungo fedele ad Agramante: solo dopo aver appreso la verità sulle sue origini, scoprendo tra l'altro che suo padre era stato ucciso da quello di Agramante (Troiano), Ruggero abbandonerà i saraceni, e altrettanto farà Marfisa. Nonostante la conversione, sorgono nuove complicazioni, alcune dovute al fatto che Amone, il padre di Bradamante, preferisce come genero Leone di Bisanzio. Negli ultimi canti del Furioso i due innamorati coronano il loro sogno, grazie alla rinuncia di Leone, divenuto nel frattempo grande amico di Ruggero (il principe bizantino lo salverà tra l'altro da una condanna a morte). L'eroe inoltre assume la corona offertagli dai Bulgari, diventando in tal modo vassallo dell'impero romano d'Oriente.
Nei Cinque Canti di Ariosto, Ruggero e Bradamante sono finalmente sposati e l'eroe viene fatto paladino da Carlo.
Il combattimento di Ruggiero con l'Orca di Ebuda e il salvataggio di Angelica ad opera dell'eroe hanno ispirato pittori come Giambattista Tiepolo (Ruggero salva Angelica), Jean-Auguste-Dominique Ingres (Ruggero libera Angelica), Johann Peter Krafft (Ruggiero e Angelica),[3] Paul-Joseph Blanc (Ruggero salva Angelica) e Arnold Böcklin (Ruggiero e Angelica).[4]