Rusingoryx | |
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Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Artiodactyla |
Famiglia | Bovidae |
Sottofamiglia | Alcelaphinae |
Genere | † Rusingoryx Pickford & Thomas, 1984 |
Nomenclatura binomiale | |
† Rusingoryx atopocranion Pickford & Thomas, 1984 | |
Sinonimi | |
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Rusingoryx è un genere estinto di bovino alcelaphino, strettamente imparentato con gli gnu, vissuto nel Pleistocene inferiore-superiore, circa 0.075–0.070 milioni di anni fa, nelle pianure del Kenya.[1] Il genere Rusingoryx contiene una singola specie, ossia R. atopocranion originariamente identificato come una specie di Megalotragus.
In vita, Rusingoryx doveva essere molto simile a suoi parenti moderni, gli gnu del genere Connochaetes, ma si differenziava da quest'ultima per l'insolita forma del cranio. Il suo cranio era rivolto verso il basso e presentava una grossa cupola nasale, che formava una sorta di cupola sulla fronte dell'animale. Questa struttura ampliava le fosse nasali e i seni paranasali, e rappresenta un esempio di convergenza evolutiva con le creste cave dei dinosauri hadrosauridi, che venivano usate come casse di risonanza per amplificare le loro vocalizzazioni e come ornamenti durante i corteggiamenti. È quindi possibile che Rusingoryx avesse un richiamo profondo.[1][2][3] Gli studi sui denti dell'animale hanno, inoltre, dimostrato che Rusingoryx era un animale da pascolo specializzato, che preferiva le praterie aride.[2][4]
I primi esemplari, mal conservati, vennero descritti nel 1983, essendo stati prelevati da un sito chiamato Bovid Hill sull'isola di Rusinga, nel Lago Vittoria.[3][5] Le ossa ritrovate nel 2011, presentano dei chiari segni di macellazione con strumenti di pietra, suggerendo che questi esemplari fossero stati uccisi dagli umani.[2][4] Nel 2016, sono stati scoperti i resti di altri 26 individui meglio conservati.