Il Salterio Chludov (Mosca, Hist. Mus. MS. D.129) è un salterio miniato, con illustrazioni marginali, risalente alla metà del IX secolo. È una testimonianza unica dell'arte bizantina durante il periodo iconoclasta, ed è uno dei soli tre salteri miniati bizantini del IX secolo giunti fino a noi.
Secondo la tradizione, le miniature furono dipinte clandestinamente e molte di esse sono caricature degli iconoclasti. Lo stile polemico dell'insieme è assai insolito ed è una dimostrazione della passione che la disputa iconoclasta aveva generato.
Il salterio misura 195 mm per 150 mm e contiene 169 fogli. I margini, generalmente lasciati in bianco, sono ricoperti da illustrazioni. Il testo e i commenti sono scritti in onciale, ma molti di questi ultimi sono stati riscritti in minuscolo rudimentale circa tre secoli più tardi. L'opera contiene il Libro dei Salmi nella Septuaginta e il responsorio da cantare durante la loro recita, conformemente alla liturgia di Santa Sofia, basilica imperiale di Costantinopoli.
Molte delle miniature riportano dei commenti a lato. Piccole frecce collegano il testo principale e la miniatura cui fanno riferimento.
Sul foglio 67, il miniatore illustra il versetto « Mi hanno fatto mangiare fiele, e quando ho avuto sete, mi hanno fatto bere aceto» (S. LXVIII, 22) col disegno d'un soldato che offre a Cristo dell'aceto su una spugna attaccata ad una lancia. A lato vi è un disegno che rappresenta l'ultimo patriarca iconoclasta di Costantinopoli, Giovanni VII il Grammatico mentre pulisce un'Icona raffigurante Cristo, con una spugna attaccata ad una lancia. L'immagine di Giovanni è caricaturata, qui come su altre pagine, rappresentato coi capelli in disordine che si diramano in tutte le direzioni, fatto che era considerato ridicolo dagli eleganti bizantini.
Nikodim Kondakov, storico russo, ha ipotizzato che il salterio sia stato creato nel celebre Monastero di Studio a Costantinopoli. Altri ricercatori sono dell'idea che, visto che il responsorio liturgico contenuto nel salterio è utilizzato unicamente a Santa Sofia, si tratti di un prodotto dello scriptorium imperiale di Costantinopoli, poco dopo il ritorno degli iconofili al potere nell'843[1].
Il salterio è stato conservato al Monte Athos fino al 1847, quando uno studioso russo lo portò a Mosca. In seguito, fu acquistato da Aleksej Chludov, da cui prese il nome con cui ancora è conosciuto. Ha fatto parte del legato Chludov al monastero del Cimitero di Preobraženskoe e poi al Museo Statale di storia di Mosca dove è ora custodito.