1609 - Nasce nella piccola città di Sassoferrato, nelle Marche, quarto figlio di Tarquinio Salvi e da Vittoria di Lutio Loli, che si erano sposati il 5 maggio 1601.
1630 - Dipinge nel monastero benedettino di San Pietro, a Perugia.
Il Sassoferrato apprende l'arte della pittura nella bottega del padre, Tarquinio Salvi; resti del lavoro di Tarquinio sono ancora visibili nella chiesa di San Francesco a Sassoferrato. Il resto dell'educazione di Giovanni non è documentata, eccetto il suo lavoro presso la bottega del bolognese Domenichino, che a sua volta fu allievo di Annibale Carracci (circa 1580). Altri maestri da cui apprende e si ispira sono Francesco Albani e Guido Reni, che secondo lo studioso Francis Russell è di maggior ispirazione per il Sassoferrato rispetto a Domenichino, nonostante esso fosse il suo maestro. I suoi dipinti risentono inoltre dell'influenza di Albrecht Dürer, Guercino e soprattutto Raffaello.
Esistono alcune pubbliche commissioni di Sassoferrato, che pare abbia trascorso la prima parte della sua vita lavorativa producendo copie multiple di vario stile di immagini devozionali per committenti privati.
Il lavoro del Sassoferrato fu tenuto in alta considerazione nella metà del XIX secolo. I suoi dipinti furono a volte creduti contemporanei con la scuola di Raffaello.
Il tardo XX secolo vede un revival dell'interesse per i dipinti del Seicento italiano, grazie alla formidabile reputazione di Guido Reni. Si è registrata una rinnovata attenzione per le opere del Sassoferrato, considerato un fedele esecutore della tradizione pittorica italiana del suo tempo[2]
Esistono più di trecento opere del Sassoferrato nei musei del mondo, inclusa la maggior parte dei suoi rimanenti disegni, conservata nella collezione Reale del Castello di Windsor, in Inghilterra.
Il suo più importante e conosciuto capolavoro è la pala d'altare della basilica di Santa Sabina all'Aventino, sostituzione di una tela di Raffaello.
Una riproduzione della Vergine Maria attualmente custodita alla National Gallery di Londra è visibile all'interno di un convento nell'episodio n. 17 della quarta stagione della serie tv C'era una volta.