Il segno di Hoover è un rientramento inspiratorio delle coste situate nella parte inferiore del torace che durante l'attività respiratoria vengono trascinate verso il basso dal diaframma[1]
Il segno prende il nome dello scopritore, Charles Franklin Hoover (1865-1927) un medico statunitense nato a Cleveland, Ohio, professore di medicina ad Harvard. Gli interessi principali del dr. Hoover si dispiegarono nell'ambito delle malattie del diaframma, dei polmoni e del fegato[2]. Il segno fu rilevato per la prima volta nel 1920[3].
In letteratura è riportato che il segno di Hoover ha una sensibilità del 58% ed una specificità dell'86% nella capacità di rilevare una ostruzione delle vie aeree[4]. Può essere rilevato fino al 70% dei pazienti con ostruzione grave[5].
In inspirazione i muscoli respiratori sono sostanzialmente il diaframma ed i muscoli intercostali esterni. A questi si affiancano alcuni muscoli accessori: i muscoli scaleni, il muscolo sternocleidomastoideo, i muscoli alae nasi, ed alcuni muscoli del collo e del capo. In espirazione i muscoli principalmente coinvolti sono invece il muscolo retto dell’addome, il muscolo interno dell’addome, il muscolo esterno dell’addome, il muscolo trasverso dell’addome ed i muscoli intercostali interni.
Il segno di Hoover è un tipico segno di alterazione della meccanica polmonare che si evidenzia in particolare nei soggetti affetti da insufficienza respiratoria o cardiaca. Pertanto questo segno è evidenziabile nei soggetti che presentano tachipnea (rilevante aumento del ritmo respiratorio rispetto alla norma) e che tendono a fare ricorso ai muscoli accessori della respirazione. Di norma il margine costale si muove molto poco durante la respirazione regolare. Se lo fa tende a muoversi verso l'esterno e verso l'alto. Nei pazienti con malattia ostruttiva delle vie aeree vi è una tendenza ad un movimento paradosso[7][8].
Il segno è provocato in particolare dalla azione dei muscoli intercostali e può essere facilmente testato ponendo le mani aperte a farfalla sulle ultime coste del torace del paziente, chiedendogli quindi di fare un respiro profondo. Mentre nel soggetto normale in inspirazione i pollici si allontanano per tornare a riavvicinarsi in espirio, nel soggetto con alterata meccanica polmonare i pollici in inspirazione non si allargano e le ultime coste tendono a rientrare. Nel contesto di un dipartimento di emergenza il riscontro di un segno positivo di Hoover, in associazione con alterazione di altri parametri clinici di facile e pronta esecuzione (emogasanalisi, test di picco di flusso espiratorio) può contribuire ad un corretto triage del paziente ed alla sua gestione in emergenza.
Il segno di Hoover è un segno sfavorevole dal punto di vista prognostico in quanto è rilevabile soprattutto in presenza di affaticamento respiratorio (distress respiratorio) e spesso precede un imminente arresto respiratorio. Nei pazienti con BPCO il segno di Hoover è un reperto frequente e la sua frequenza aumenta con la gravità della malattia.[9] Il suo riscontro è correlato a valori più alti di dispnea, IMC (Indice di Massa Corporea), numero delle riacutizzazioni e numero di farmaci prescritti[6].