L'articolo 377 o sezione 377 del codice penale in 42 ex colonie britanniche criminalizza i rapporti omosessuali.[1] La disposizione venne ideata da Thomas Macaulay nel 1838 ed entrò in vigore nel 1860 a opera delle autorità coloniali del Raj britannico inserita nella sezione 377 del codice penale indiano. La legge fu usata come modello per le leggi sulla sodomia in molte altre colonie britanniche, in molti casi con lo stesso numero di sezione.
Questo paragrafo è alla base della sezione 377 e, sebbene l'omosessualità sia compresa nel mondo animale, viene considerata innaturale:[2]
«Unnatural offences—Whoever voluntarily has carnal intercourse against the order of nature with any man, woman or animal, shall be punished with imprisonment for life, or with imprisonment of either description for a term which may extend to ten years, and shall also be liable to fine.»
«Chiunque abbia volontariamente il rapporto carnale contro l'ordine della natura con qualsiasi uomo, donna o animale, è punito con la reclusione a vita, o con l'imprigionamento a vita o per un termine che può estendersi fino a 10 anni comprensivo di una multa.»
Il divieto di atti omosessuali è previsto nella sezione 377 dei codici penali del Bangladesh, della Birmania, della Giamaica, delle Maldive, della Malesia e del Pakistan. È il modello per leggi simili che rimangono in vigore in: Brunei, Gambia, Ghana, Isole Salomone, Kenya, Kiribati, Malawi, Mauritius, Nigeria, Papua Nuova Guinea, Samoa, Sierra Leone, Somalia, Sri Lanka, Sudan, Tanzania, Tonga, Tuvalu, Uganda e Zambia. Era il modello per le leggi abrogate in passato da: Australia, Bhutan, Botswana, Figi, Hong Kong, Nuova Zelanda e Singapore.[senza fonte]