Shelby Lee Adams (Hazard, ottobre 1950) è un fotografo statunitense.
È un fotografo di ritratto ambientato molto noto per le sue immagini di vita familiare negli Appalachi.
Adams ha fotografato le famiglie degli Appalachi sin dalla metà degli anni 70.[1] Inizialmente fece la conoscenza dei nuclei familiari più disagiati dei monti Appalachi da bambino, visitando l'area con lo zio che era dottore nella zona.[2] Le sue opere sono state pubblicate in tre monografie: Appalachian Portraits (1993), Appalachian Legacy (1998), and Appalachian Lives (2003).
Shelby Lee Adams fotografa in bianco e nero con banco ottico Linhoff 4x5, dorsi Polaroid, Nikon 35 mm e luci flash Comet opportunamente disposte in location. La Polaroid è parte fondamentale del processo, non solo perché viene usata per valutare la riuscita dell'immagine a pellicola, ma anche poiché viene usata per dialogare con il soggetto e costruire con lui la fotografia finale. La Polaroid viene infine lasciata al soggetto stesso come dono-ricordo. L'approccio di Adams è fortemente collaborativo, come spiega lo stesso autore:
«Condividere con la mia gente le immagini nel mentre che vengono fatte e composte (…) ho sempre detto che il mio lavoro è un processo collaborativo. Studiamo l'immagine insieme e lavoriamo insieme per ottenere la fotografia finale.»
Le pose dei suoi soggetti sono tendenzialmente statiche, tradizionali e solenni. I soggetti sono rappresentati così come sono, nell'ambiente fortemente disagiato e duro in cui vivono da due secoli con grande dignità. La maggior parte della sua produzione è in bianco e nero. Recentemente, però, Adams ha cominciato a fotografare a colori, spesso ritraendo i soggetti che aveva ripreso da bambini piccoli. È il caso di Jerry holding first new baby son [Chad Lee], '12 che ritrae il protagonista di The Jacobs Family, 1991, oggi adulto.
Per Adams fotografare la gente degli Appalachi è un ritrovare e ricercare le sue stesse radici. È legato da un profondo sentimento di appartenenza ai luoghi e alle genti dei posti che ritrae e il fotografarli rappresenta un viaggio di scoperta e di ricongiungimento con sé stesso, i suoi ricordi e con la sua infanzia.
«Questi ritratti sono, in certo modo, autoritratti che rappresentano una lunga esplorazione autobiografica di creatività, immaginazione, visione, repulsione e salvezza. La mia più grande paura come fotografo è di guardare negli occhi del mio soggetto, e non vedermici riflesso.»
Adams è stato il soggetto di un documentario di Jennifer Baichwal nel 2002 - Il vero significato delle immagini: gli Appalachi di Shelby Lee Adams's. Il documentario fu proiettato al Toronto International Film Festival, e al Sundance Film Festival del 2003.[3][4].
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