Sigismondo Coccapani (Firenze, 10 agosto 1583 – Firenze, 3 marzo 1643) è stato un pittore e architetto italiano del periodo barocco.
Figlio di un gioielliere originario di Carpi discendente da una nobile famiglia emiliana, fratello dell'erudito Giovanni, Sigismondo nacque a Firenze nel 1583, anche se talune fonti lo indicano come ferrarese[1].
Iniziò la sua carriera di architetto con Bernardo Buontalenti, ma non ha lasciato grandi opere in quest'arte se non un interessante trattato di idraulica: il Trattato del modo di ridurre il fiume di Arno in canale, invitato a Galileo Galilei.
«il quale nella maggior parte l'approvò»
Galilei ne discusse con il Coccapani e l'inviò con un proprio parere al Granduca di Toscana Ferdinando II de' Medici nel 1631. Fece anche un progetto (rimasto tale) per la sistemazione dell'Anfiteatro di Boboli e partecipò ad uno dei tanti concorsi per la facciata del Duomo di Firenze[2].
Della sua attività di architetto fece menzione Piero Matini nel suo libro Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua del 1681. È ricordato anche per la costruzione del Lazzaretto a Firenze durante la pestilenza del 1630.
Come pittore fu uno dei migliori allievi di Ludovico Cardi detto Il Cigoli. Con il quale il Coccapani riuscì a tradurre l'eredità del manierismo fiorentino coniugandolo con il nuovo stile barocco che si stava affermando negli altri Stati italiani grazie ai Carracci e Caravaggio. Fece scuola nella città toscana soprattutto dopo un suo viaggio a Roma con il Cigoli per affrescare, nel 1610, la Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore. Una delle sue prime opere fu l'altare per la Chiesa di San Ponziano a Lucca nel 1612. Mentre la sua prima opera fiorentina fu l'affresco per il Lunettone del chiostro del Convento di San Marco a Firenze del 1613 dove rappresentò Il miracolo di Sant'Antonino e i due ciechi. Fra gli affreschi dedicati a Michelangelo nella dimora fiorentina del pittore detta Casa Buonarroti, Coccapani dipinse l'affresco Michelangiolo incoronato dalle Arti (1615-1617). Lavorò anche per il Duomo di Siena dove fece costruire, su suo disegno, e dipinse ad affresco gli altari della Congrega. Una sua Adorazione dei Magi del 1617 si trovava (trafugata nella notte del 25 gennaio 2011) nella Chiesa di Santa Maria in Castello a Signa. Una delle sue ultime opere fu la decorazione della Cappella Martelli nella teatina Chiesa dei Santi Michele e Gaetano, datata 1642.
Ma oltre alle decorazioni a fresco è conosciuto per le sue tele di genere popolaresco, forse le prime in Toscana di questa tipologia. Il ritratto del flautista della Galleria degli Uffizi è un esempio di questo aspetto, meno conosciuto, dell'opera di Coccapani. Ed è per questo motivo che spesso, in passato è stato confuso con altri pittori, specialmente con il coevo Domenico Fetti.
Fra i suoi migliori allievi vanno ricordati Cecco Bravo, che eccelse nella pittura di genere, e Giovanni Maria Morandi, ritrattista.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 18149780 · ISNI (EN) 0000 0001 1602 0485 · CERL cnp00579313 · Europeana agent/base/126358 · ULAN (EN) 500020261 · LCCN (EN) no2003052709 · GND (DE) 124161227 · BNF (FR) cb17724564b (data) · J9U (EN, HE) 987007454841605171 |
---|