San Simeone di Emesa | |
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Monaco | |
Nascita | Edessa, ? |
Morte | 550 |
Venerato da | Chiesa cattolica, Chiese ortodosse |
Ricorrenza | 21 luglio |
Simeone di Emesa, detto anche San Simeone Salos, cioè Stolto (Edessa, ... – 550), è stato un monaco cristiano siriano, venerato come santo dalla Chiesa ortodossa e da quella cattolica.
Nato da una famiglia agiata di Edessa, visse fino all'età di trent'anni insieme con la propria madre, che lasciò solo per compiere, insieme all'amico d'infanzia Giovanni, un pellegrinaggio a Gerusalemme in occasione della festa dell'Esaltazione della Croce. Le sue agiografie, contenute nelle opere Storia ecclesiastica di Evagrio Scolastico e Symeonis Salis Confessoris del vescovo di Limisso di Cipro Leonzio di Neapoli, narrano che i due compagni dopo che sulla via del ritorno avevano visitato alcuni monasteri sul fiume Giordano, decisero di dedicarsi interamente alla vita monacale.
In poco tempo furono consacrati monaci ma, essendo desiderio di Simeone dedicarsi interamente alla vita ascetica nel deserto, abbandonarono il monastero ove erano stati ordinati.
Dopo 29 anni[1]vissuti in contemplazione nel deserto Simeone si stabilì nella città di Emesa, ove condusse la vita di "Stolto in Cristo", così come erano chiamati coloro i quali, fingendo pazzia e sottoponendosi ad ogni sorta di penitenza, credevano di avvicinarsi alle sofferenze patite da Gesù nel Calvario. La sua vita in città non fu priva di aneddoti curiosi e significativi, così come ci racconta Evagrio Scolastico nella sua opera. Apparendo a tutti "in uno stato alterato" non salutava chi incontrava, scappando se qualcuno gli rivolgeva la parola nella convinzione che questi "volesse rubare la sua virtù".
A causa di tali comportamenti era spesso visto in cattiva luce dalla popolazione locale la quale, fuggendo Simeone dalla compagnia degli altri, non poteva sapere se e quando il monaco pregava Dio o digiunava, tanto più che questi non era avulso dall'introdursi furtivamente nelle locande per mangiare tutto ciò che gli si parava davanti[2].
Vi era tuttavia una stretta cerchia di persone con la quale Simeone si mostrava sincero e affabile:
La sua memoria liturgica cade il 21 luglio.
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