La sociologia marxista si riferisce alla prospettiva marxista applicata alla sociologia[1]. Si può riconoscere il marxismo come filosofia politica e sociologia, in particolare nella misura in cui cerca di rimanere scientifico, sistematico e oggettivo piuttosto che puramente normativo e prescrittivo. La sociologia marxista può essere definita come "una forma di teoria del conflitto associato con [...] l'obiettivo del marxismo di sviluppare una scienza positivista della società capitalista come parte della mobilitazione di una classe operaia rivoluzionaria."[2] Il suo influsso è stato tanto importante che la Società Sociologica Americana ha una sezione dedicata ai temi della sociologia marxista; la sezione "ha lo scopo di esaminare come le intuizioni provenienti dalla metodologia e analisi marxista possono aiutare a spiegare le complesse dinamiche della società moderna"[3]. La sociologia marxista renderebbe più facile gli sviluppi della teoria critica e degli studi culturali come discipline non strettamente distinte.
I concetti chiave della sociologia marxista includono: il materialismo storico, il modo di produzione, il rapporto tra capitale e lavoro[2]. Alla sociologia marxista interessano, ma non solo, le relazioni tra società ed economia[3]. Le domande chiave poste da essa includono[1]:
Nel campo della teoria sociologica, la sociologia marxista, riconosciuta come uno dei maggiori paradigmi sociologici, è associata con le teorie critica e del conflitto[1].
Rispetto al marxismo, la sociologia marxista ha dimostrato di dar peso relativamente piccolo alla rivoluzione di classe[1].
In confronto con la filosofia marxista, la sociologia marxista si propone di sviluppare un obiettivo, la scienza politica economica della società invece di una filosofia critica della prassi[2].
In confronto con la sociologia economica, la sociologia marxista può essere vista come un sottoinsieme di quel campo, influenzato dal marxismo.