Musica spaziale (Space music) | |
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Origini stilistiche | Krautrock Ambient |
Origini culturali | anni cinquanta - Europa |
Strumenti tipici | Sintetizzatore Computer Piano |
Popolarità | Media |
Generi correlati | |
New age, Space rock | |
Categorie correlate | |
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Per space music (letteralmente musica spaziale o cosmica), si intende un vasto sottogenere della musica new age derivata dalla musica ambient. Sebbene non presenti tratti distintivi sempre univoci, i musicisti e programmatori che la realizzano sono soliti adottare strumenti elettronici quali i sintetizzatori (talvolta associati a sequencer), nonché sonorità eteree[1] e meditative.
Fra gli artisti citati come autori e realizzatori di space music vi sono Jean-Michel Jarre,[2] Steve Roach,[3] Isao Tomita.[4]
Il termine space music è inoltre spesso associato a brani o album di altri generi musicali che affrontano nei testi tematiche spaziali o fantascientifiche, come ad esempio Space Oddity di David Bowie[5], anche se in questi casi si parla più correttamente di space rock.[6]
La musica cosmica o più precisamente musica universale ebbe quale primissimo teorico il filosofo greco Pitagora, che associò alla velocità di rotazione dei pianeti del sistema solare l'altezza di una particolare nota. Le sue concezioni vennero più tardi riprese e approfondite da Keplero, che abbinò a ciascun pianeta una melodia.[7]
I musicisti anticipatori della space music includono il jazzista Sun Ra[8] e Esquivel, autore di una musica leggera vagamente ispirata al cosmo.[9]
I pionieri della space music includono inoltre formazioni rock emerse dalla seconda metà degli anni sessanta, quali gli Hawkwind e i Gong, che furono autori di una musica ispirata alla psichedelia ed alla fantascienza,[10] e i Pink Floyd.[11][9]
Il primo stile riconosciuto effettivamente come "cosmico" è il krautrock, che si affermò in Germania durante gli anni settanta, ed ebbe fra i suoi autori Klaus Schulze e i Tangerine Dream.[12] Sempre durante lo stesso decennio si affermò l'ambient music di Brian Eno, che pubblicò, nel 1983, Apollo: Atmospheres and Soundtracks, un album ispirato allo spazio e considerato un classico della musica d'atmosfera.[9]
La space music è oggi correlata alla new age elettronica (Mychael Danna,[1] Maryanne Amacher[13]) ed all'ambient house (The Orb).[9]