Sri Wikrama Wira | |
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Re di Singapore Paduka | |
In carica | 1347 – 1362 |
Predecessore | Sang Nila Utama |
Successore | Sri Rana Wikrama |
Nome completo | Paduka Sri Wikrama Wira |
Trattamento | Maestà |
Nascita | Singapore, ? |
Morte | Singapore, 1362 |
Luogo di sepoltura | Fort Canning Hill |
Padre | Sang Nila Utama |
Madre | Wan Sri Bini |
Consorte | Nila Panjadi |
Figli | Sri Rana Wikrama |
Religione | Induismo |
Sri Wikrama Wira, noto anche come Raja Kecil Besar prima della sua incoronazione e col nome regale Paduka Sri Wikrama Wira (Singapore, ... – Singapore, 1362), è stato un principe malese, figlio e successore al trono di Sang Nila Utama.
Secondo gli Annali malesi, Wira fu il primogenito del Raja Sang Nila Utama e il secondo Raja del Singapore.[1] Sposò in seguito la principessa indiana Nila Panjadi e regnò dal 1347 al 1362.[1][2]
Il suo regno segnò, inoltre, il primo tentativo dei siamesi di invadere l'isola con una flotta di 70 giunche, come riportato dal mercante cinese Wang Dayuan nel Daoyi Zhilue del 1349; tuttavia, la città, fortemente fortificata, riuscì a resistere all'assedio finché la flotta non fuggì con l'arrivo delle navi cinesi.[3]
Durante il suo regno, inoltre, il re di Majapahit, insieme al suo ambizioso signore della guerra, Gajah Mada, incominciò una serie di incursioni oltreoceano contro tutti i regni di Nusantara, inclusa Srivijaya.[4] Nel 1350, Hayam Wuruk succedette al re e inviò un ambasciatore a Singapura per chiedere una resa.[4] Tuttavia, Wira rifiutò minacciando di radere la testa del re di Majapahit.[4]
In risposta, il sovrano ordinò alle sue truppe di invadere l'isola con una flotta di 180 navi da guerra e innumerevoli piccole navi, la quale passò attraverso le isole di Bintan, da dove la notizia si diffuse fino a Singapura.[5] I difensori allestirono immediatamente 400 navi da guerra per affrontare la flotta sulla costa di Singapura in una battaglia, che si svolse nell'arco di tre giorni.[5] I giavanesi erano in gran parte inesperti nella guerra navale e furono completamente sopraffatti e costretti a fuggire.[5]