T Coronae Borealis | |
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Scoperta | 12 maggio 1866 |
Classificazione | Gigante rossa+Nana bianca |
Classe spettrale | M3III+p[1] |
Tipo di variabile | Nova ricorrente |
Distanza dal Sole | 3130 ± 490 anni luce (960 ± 150 parsec)[2] |
Costellazione | Corona Boreale |
Coordinate | |
(all'epoca J2000) | |
Ascensione retta | 15h 59m 30,161s[1] |
Declinazione | +25° 55′ 12,59″[1] |
Lat. galattica | 042,3738 |
Long. galattica | +48,1647 |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. |
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Magnitudine app. | 2 |
Magnitudine di picco | 2,5 (nova)[3] |
Magnitudine ass. | −2,29[4] |
Parallasse | 0,94 mas |
Moto proprio | AR: −5,97 mas/anno Dec: 9,81 mas/anno |
Velocità radiale | -27,79 km/s[1] |
Nomenclature alternative | |
T CrB, CrB 1866, CrB 1946, GSC 02037-01144, TYC 2037-1144-1, AG+26 1536, HD 143454, PPM 104498, uvby98 100143454 ABV, BD+26 2765, HIC 78322, HIP 78322, AAVSO 1555+26, GC 21491, HR 5958, SAO 84129, GCRV 9203, IRAS 15574+2603
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T Coronae Borealis è una stella binaria della costellazione della Corona boreale, una delle poche nove ricorrenti conosciute della nostra galassia. Nell'ambito delle nove ricorrenti T Coronae Borealis viene catalogata nel sottogruppo delle RS Oph, uno dei tre sottogruppi in cui sono suddivise le nove ricorrenti ed il cui prototipo è RS Ophiuchi[5]. Questo sottogruppo ha come caratteristiche di avere come stelle secondarie delle giganti rosse, una veloce perdita di luminosità dell'ordine delle 0,3 magnitudini al giorno, un'elevata velocità iniziale di espulsione di materia dell'ordine dei 4.000 km/s[6].
Il sistema stellare è costituito da un sistema binario di stelle composto da una nana bianca di grande massa, da una gigante rossa e da un disco di accrescimento in orbita attorno alla nana bianca alimentato da gas (principalmente idrogeno) proveniente dalla gigante rossa. Sotto l'azione dell'elevatissimo campo gravitazionale della nana bianca, masse di gas sono strappate dalla stella compagna e progressivamente si accumulano nel disco d'accrescimento, in una lenta caduta spiraleggiante verso la superficie della stella degenere. Periodicamente, circa ogni 80 anni[7], al raggiungimento di una massa critica, la repentina trasformazione dell'energia cinetica del gas del disco in calore nell'impatto sulla superficie innesca termicamente una fusione nucleare dell'idrogeno (runaway thermonuclear reaction in inglese) che dà origine al fenomeno della nova.
La distanza del sistema stellare dal sistema solare non è ancora stata stabilita con certezza e varia - secondo le stime dei ricercatori - tra 2.600 ± 460 anni luce (800 ± 140 parsec)[4] e 3.130 ± 490 anni luce (960 ± 150 parsec).
T Coronae Borealis in stato di quiete (minimo) fluttua attorno alla 10ª visuale con una magnitudine bolometrica apparente media di 7,57[4]. Poco prima dell'esplosione presenta un aumento di luminosità che può essere accompagnato da diminuzioni di luminosità per poi esplodere[8]. Al massimo di un'esplosione raggiunge una luminosità di 200.000 L☉. T Coronae Borealis è la più luminosa delle nove ricorrenti conosciute raggiungendo la 2ª magnitudine apparente.
Le due stelle hanno un periodo di rivoluzione attorno al baricentro del sistema di 227,57 giorni[4] ad una distanza compresa tra 0,9 ± 0,1[7] e 0,965 UA[4]. Le caratteristiche fisiche delle componenti del sistema sono:
A fine agosto 2023 è uscito un articolo che riporta l'osservazione di due esplosioni avvenute prima della scoperta di T Coronae Borealis come nova ricorrente: una è avvenuta attorno al dicembre 1787 e l'altra ad ottobre 1217 [12][13].
Il 12 maggio 1866[14] salì velocemente dalla magnitudine 9,5 alla 2,3 ma dopo 9 giorni non era più visibile ad occhio nudo[15]. Raggiunse la magnitudine assoluta di −8,7 equivalente a 230.000 L☉[16].
Il mattino del 9 febbraio 1946 l'astronomo statunitense Armin Joseph Deutsch dell'Osservatorio Yerkes scoprì che era nuovamente in esplosione[15]. Raggiunse la magnitudine apparente 3,2 e quella assoluta −8,4, equivalente a 180.000 L☉[16].
Sulla base della periodicità finora osservata sono cominciate ad apparire previsioni sulla data della prossima esplosione, una di queste indica per l'esplosione il settembre 2024 [11]. La luminosità di picco è attesa tra le magnitudini 2 e 3, con T Coronae Borealis paragonabile in splendore e colore con la stella Gemma della medesima costellazione.[17]