Il Tantum Ergo Sacramentum è un inno liturgico in Latino estratto (si tratta delle ultime due strofe) dal Pange lingua, composto da Venanzio Fortunato (530-607) e poi ripreso da San Tommaso d'Aquino, su espressa richiesta di papa Urbano IV, per la celebrazione della solennità del Corpus Domini
Gli altri due inni attribuiti a san Tommaso sono O salutaris Hostia e Panis Angelicus.
Il canto di questo inno è indicato nella celebrazione della benedizione eucaristica[1].
Il Liber Usualis prevede sette versioni del Tantum Ergo da cantare in giorni differenti.
Al Tantum Ergo Sacramentum (seguito da due orazioni) e al Pange Lingua sono collegate due indulgenze, valide anche per le anime dei defunti.
Tantum ergo sacramentum |
Adoriamo, dunque, prostrati |
Dunque per noi si adori |
Il Tantum ergo è stato musicato da moltissimi musicisti, anche in più versioni: il solo Vincenzo Bellini ha composto:
Gioachino Rossini ha composto una versione per organo e tenore. Vanno anche ricordate versioni di Wolfgang Amadeus Mozart, Giuseppe Verdi, Franz Joseph Haydn, Pierluigi da Palestrina, Anton Bruckner, François Couperin, Franz Liszt, Franz Schubert, nonché edizioni rock e pop, tra le quali merita di essere ricordata quella di Danilo Sacco, con i Nomadi e con la sua nuova band. La versione di gran lunga più conosciuta e più eseguita nelle celebrazioni liturgiche rimane comunque quella in canto gregoriano; piuttosto simile a quella gregoriana è la versione in canto ambrosiano.
Alla recita integrale del Pange Lingua, o del Tantum Ergo, seguono i tradizionali versetti, collegati all'indulgenza in perpetuo:
«℣ Panem de coelo praestitìsti eis.
℟ Omnem delectamèntum in se habèntem.
Orazione
Deus, qui nobis sub Sacramèntu miràbili Passiònis tuae memòriam reliquìsti, trìbue quaesumus, ita nos Còrporis et Sànguinis tui sacra mistèria veneràri, ut redemptiònis tuae fructus in nobis iùgiter sentiàmus. Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitàte Spìritus Sancti Deus per òmnia saecula saeculòrum. Amen.»
Con la riforma delle indulgenze promossa da Paolo VI con la costituzione Indulgentiarum doctrina, è concessa l'indulgenza plenaria per chi reciterà alla reposizione del Sacramento nel Giovedì santo il Tantum Ergo; è ancora concessa indulgenza parziale a chi reciterà davanti al Sacramento qualche preghiera approvata, tra gli esempi delle quali è citata la presente[4].