Ragno delle cantine | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Superphylum | Protostomia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Chelicerata |
Classe | Arachnida |
Ordine | Araneae |
Sottordine | Opisthothelae |
Infraordine | Araneomorphae |
Superfamiglia | Agelenoidea |
Famiglia | Agelenidae |
Genere | Tegenaria |
Specie | T. parietina |
Nomenclatura binomiale | |
Tegenaria parietina (Fourcroy, 1785) | |
Nomi comuni | |
Ragno delle cantine | |
Areale | |
Il ragno delle cantine, o ragno dell'imbuto (Tegenaria parietina (Fourcroy, 1785)), è un ragno appartenente alla famiglia Agelenidae[1][2].
Il nome comune italiano di "ragno dell'imbuto" è dovuta alla peculiare forma della sua tela. In inglese viene chiamato Cardinal spider ("ragno del cardinale"), per via di una storia secondo cui questi ragni terrorizzavano il cardinale Wolsey a Hampton Court[3][4]. Altri nomi inglesi sono funnel weaver ("tessitore di imbuti") e cobweb, che sono però condivisi con tutti gli Agelenidi[1].
La specie è caratterizzata da opistosoma tondeggiante, zampe lunghe e una leggera peluria su tutto il corpo; le filiere posteriori, come in tutti gli Agelenidi, sono biarticolate[1]. Il maschio è leggermente più piccolo della femmina, ha zampe molto più lunghe e palpi più ingrossati, e costruisce una tela più ridotta[1]. Il colore è marrone chiaro-grigio, con striature longitudinali sull'opistosoma e un motivo non ben distinguibile sul prosoma, mentre le zampe sono intervallate da bande più scure; lo sternum presenta una banda chiara affiancata da tre macchiette per lato[1].
Gli esemplari di questa specie sono grandi 1-2 mm alla nascita e crescono lentamente, ma sono piuttosto longevi, quindi possono diventare anche molto grandi[1]; la dimensione massima del solo corpo sono 2 cm, mentre includendo le zampe si arriva, nei maschi, a quasi 10 cm[1][3].
Costruisce una tela "a drappo", simile ad un lenzuolo, che si diparte solitamente da un anfratto della parete e può raggiungere dimensioni considerevoli; in un angolo della tela si trova un nido a imbuto (sempre fatto di tela) dove il ragno attende le prede in agguato, scattando sul lenzuolo quando un insetto viene catturato e trascinandolo all'interno dell'imbuto[1]. L'esemplare non lascia la tela in genere, tuttavia si muove molto velocemente anche al di fuori di essa[1]; una femmina in fuga riesce a coprire, in dieci secondi, 330 volte la dimensione del proprio corpo, ma se supera i 20 secondi di corsa collassa per la fatica[4].
Preda mosche, falene, grilli e vari altri tipi di insetti, nonché una gran varietà di larve; non è una specie molto vorace, e può nutrirsi anche una sola volta a settimana[1]. Nei confronti dell'uomo, Tegenaria parietina è timida e poco aggressiva e predilige la fuga, non esitando però a mordere qualora messa alle strette; il morso non è molto doloroso e il veleno ha effetti blandi, limitati all'area colpita[1].
Durante l'accoppiamento, in autunno, il maschio vaga al di fuori della sua tela e, trovata una femmina, convive con essa nella tela anche per qualche giorno prima di accoppiarsi; il maschio muore poche settimane dopo l'unione[4]; la femmina produce le uova dopo circa 45 giorni, depositandole in un ovisacco vicino alla sua tana a imbuto da cui, in primavera, nasceranno dai 40 agli 80 ragnetti[1][4].
Si tratta di una specie sinantropica, che predilige ambienti freschi e umidi, ed è frequente trovarla nei punti più luminosi di cantine e seminterrati, come bocche di lupo e lucernai, ma abita anche nelle grotte, accanto alla congenere Tegenaria silvestris[1].
Specie europea, è segnalata anche in Africa settentrionale e Asia centrale, oltre che in Argentina e Uruguay[5]. In Italia è diffusa sostanzialmente ovunque[1].