Terenzia (Roma, 96 a.C. – 8 d.C.) è stata una nobildonna romana, prima moglie di Marco Tullio Cicerone.
Apparteneva a una nobile famiglia. È noto che era sorellastra della vergine vestale Fabia (la quale fu accusata di aver infranto i suoi voti giacendo con Lucio Sergio Catilina) e che attorno al 78-77 a.C. sposò l'oratore Marco Tullio Cicerone, dal quale ebbe due figli: Tullia, nata attorno al 76 a.C., e Marco Tullio Cicerone, nato nell'agosto del 65 a.C.
Plutarco descrive Terenzia come una donna capace ed un'abile amministratrice, ma anche dispotica ed irascibile[1]; nonostante ciò, sembra che fosse amata da Cicerone[2]. Il loro rapporto matrimonio durò più di trent'anni, ma entrò infine in crisi: nel 46 a.C., il grande oratore la ripudiò, accusandola di aver sperperato tutte le sostanze della casa ed averlo riempito di debiti[3]; tuttavia, dopo poco tempo, egli si risposò con la giovane e bella Publilia, venendo accusato da Terenzia di avere sciolto il precedente matrimonio solo per risposarsi con una donna più giovane[4].
San Girolamo riporta che, dopo il divorzio da Cicerone nel 46 a.C., Terenzia si risposò con lo storico Gaio Sallustio Crispo, di dieci anni più giovane, e poi con il generale Marco Valerio Messalla Corvino[5]. Tuttavia, ci sono dubbi su questa tarda testimonianza[6].
A Terenzia si deve la liberazione del grammatico Tirannione il Giovane, schiavo di guerra comprato a Roma da Dima, liberto di Ottaviano.
Stando a una notizia fornitaci da Plinio il Vecchio, Terenzia morì all'età di 103 anni[7].
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