Tetranitruro di tetrazolfo | |
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Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | S4N4 |
Massa molecolare (u) | 184,29 |
Aspetto | solido giallo arancio |
Numero CAS | |
PubChem | 141455 |
SMILES | N1=S=NSN=S=NS1 |
Proprietà chimico-fisiche | |
Temperatura di fusione | 187 °C (460 K) |
Proprietà termochimiche | |
ΔfH0 (kJ·mol−1) | +460 |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
Il tetranitruro di tetrazolfo è il composto inorganico con formula S4N4. In condizioni standard è un solido cristallino giallo arancio. È il più importante dei nitruri di zolfo, composti binari tra zolfo e azoto. Ha attratto molta curiosità perché ha struttura e legami inusuali, ed è il precursore di molti composti S–N.[1][2]
Le impurità di zolfo hanno potere stabilizzante dell'intero composto, che diviene meno soggetto ad esplosione.
Azoto e zolfo hanno valori di elettronegatività simile; in questi casi i due atomi formano spesso una gran numero di strutture con legami covalenti. S4N4 può essere considerato il capostipite di numerosi composti noti S–N e S–NH.
S4N4 è uno dei più noti composti a gabbia (struttura con simmetria D2d) ed è stato descritto per la prima volta nel 1835 da W. Gregory. Tende a decomposizione esplosiva e termocromismo, che significa un passaggio del composto da incolore (a 77 K) ad un tipico color giallo-arancio (a 298 K, che è pure il colore a temperatura ambiente) fino ad un rosso intenso (a 373 K).[3]
Quando il tetranitruro di tetrazolfo passa allo stato gassoso, in presenza di lana d'argento (da 200 a 300 °C), si scompone formando S2N2.[4]
Il tetranitruro di tetrazolfo sublima a temperature inferiori a 130 °C e a 0.1 mbar di pressione. È insolubile in acqua, negli alcali e negli acidi solo con decomposizione sotto protonazione. Il tetranitruro di tetrazolfo solido di decompone esplodendo (detonazione) quando riscaldato oltre i 130 °C o in caso di impatto (460 kJ/mol).
Il composto gassoso si decompone principalmente oltre i 200 °C in forma S3N3 e S4N2. Sopra i 300 °C si decompone in elementi mononitridici SN.[5]
Il tetranitruro di tetrazolfo è una delle principali materie prime per la produzione di composti di zolfo e azoto, come il trimero ciclico tionitrosilcloruro.[3]
S4N4 è un solido cristallino diamagnetico, stabile all'aria. Avendo una entalpia di formazione di +460 kJ mol−1 è però termodinamicamente instabile perché i prodotti di decomposizione zolfo e azoto elementari sono molto stabili. Questa entalpia endotermica di formazione contribuisce alla sua instabilità intrinseca, e proviene dalla differenza di energia di S4N4 rispetto ai suoi prodotti di decomposizione altamente stabili (zolfo e azoto):
Dato che uno dei prodotti di decomposizione è gassoso, S4N4 è un esplosivo e può detonare se colpito o riscaldato rapidamente, specie se la purezza del composto è alta.[1] Campioni puri tendono ad essere più facilmente esplosivi.
S4N4 è termocromico: cambiando colore da giallo chiaro a –30 °C fino a rosso scuro sopra 100 °C.[1]
Sebbene molte molecole complesse sono instabili in senso termodinamico, possono essere ancora cineticamente stabili, questo è raro nelle composizioni molto semplici, come nel nitruro di zolfo.
Il tetranitruro di tetrazolfo forma cristalli giallo-arancio a struttura ortorombica, gruppo spaziale P mmm, parametri di cella a = 0,847 нм, b = 0,887 нм, c = 0,720 нм, Z = 4.
Reagisce anche nelle seguenti reazioni chimiche complesse, ottenute principalmente in laboratorio o comunque per via sperimentale:
Questo composto può essere visto formalmente come un derivato di un ipotetico anello a otto di atomi di zolfo alternati e azoto. Il legame S4N4 è considerato delocalizzate, e questo è indicato dal fatto che le distanze di legame tra atomi di zolfo vicini e atomi di azoto sono quasi le stesse. S4N4 ha una struttura inusuale a culla molto pronunciata, con simmetria D2d. Misure di diffrazione a raggi X indicano che i due atomi di zolfo transannulari sono a distanza di 2,586 Å, in modo tale che la struttura della molecola assomiglia a una gabbia (come determinato dal singolo cristallo di diffrazione ai raggi X).[6] La distanza S–S transannulare rimane oggetto di indagine perché è significativamente minore della somma delle distanze dei raggi di van der Waals, ma è stata spiegata nel contesto della teoria dell'orbitale molecolare.[7] e maggiore di quella prevista da un legame semplice, indicando che tra questi atomi di zolfo esiste una interazione debole ma significativa.[1] Il legame in S4N4 si considera delocalizzato, come indicato dalle distanze tutte uguali tra atomi di zolfo e azoto adiacenti.
S4N4 fu preparato per la prima volta da W. Gregory nel 1835,[8] facendo reagire S2Cl2 con ammoniaca. In seguito è stato usato anche SCl2.[9] I meccanismi di reazione non si conoscono, ma la stechiometria complessiva è:
Un'altra sintesi simile usa invece S2Cl2 e cloruro d'ammonio:[1]
Una sintesi più recente usa [(Me3Si)2N]2S come precursore con legami S–N preformati. [(Me3Si)2N]2S si ottiene facendo reagire bis(trimetilsilil)ammide di litio e SCl2:
[(Me3Si)2N]2S reagisce quindi con SCl2 e SO2Cl2 per formare S4N4, trimetilclorosilano e diossido di zolfo:[10]
Il tetranitruro di tetrazolfo può essere ottenuto anche con ammoniaca in aggiunta a cloruro di metilene e seguita da ricristallizzazione in toluene per reazione di zolfo (II), cloruro di zolfo (I) e miscela cloruro.[3]
Inoltre è possibile riscontrare una reazione dello zolfo con l'ammoniaca liquida in presenza di nitrato d'argento.[5]
S4N4 può funzionare come base di Lewis e legare con l'azoto acidi di Lewis forti come SbCl5, BF3 e SO3. Nell'addotto la struttura a gabbia di S4N4 viene distorta, e quindi si può perdere la delocalizzazione degli elettroni.[1]
S4N4 può essere protonato con HBF4 per formare un sale tetrafluoroborato:
L'acido di Lewis debole CuCl forma un polimero dove anelli intatti S4N4 funzionano da leganti a ponte:[1]
In presenza di basi S4N4 è sensibile all'idrolisi. Con NaOH diluita l'idrolisi porta a tiosolfato e tritionato:[1]
Se la base è più concentrata si ottiene tiosolfato e solfito:
Questo argomento è stato recensito;[2][11] esistono reazioni dove l'anello S4N4 rimane quasi intatto e reazioni dove l'anello viene rotto.
Ad esempio, S4N4 dà addizione ossidativa con il complesso di Vaska, Ir(CO)(Cl)(PPh3)2, per formare un complesso esacoordinato di iridio dove S4N4 è legato con due atomi di zolfo e uno di azoto. Il composto si forma rompendo uno dei legami S–N durante l'addizione ossidativa; il secondo atomo di zolfo appartiene all'anello e si coordina con un doppietto non condiviso. A partire dal sale di Zeise si ottiene un analogo complesso di Pt(IV). La reazione tra S4N4 e [Pd2Cl6]2− porta invece a una serie di tre complessi di palladio dove l'anello S4N4 è stato frammentato.
A partire da S4N4 si preparano molti composti S–N importanti.[12] La reazione con piperidina produce [S4N5]−:
Ad indicare la ricchezza di quest'area, è noto anche il catione [S4N5]+.
La reazione con l'azide di tetrametilammonio produce l'eterociclo [S3N3]−:
Per quanto riguarda il conteggio degli elettroni, [S3N3]− ha 10 elettroni pi greco: due per ogni S, più uno per ogni N, più uno per la carica negativa.
In una reazione apparentemente simile, con [(Ph3P)2N]N3 si ottiene un sale contenente l'anione blu scuro NS4−:[13]
L'anione NS4− è descritto come ibrido di risonanza delle strutture [S=S=N-S-S]−↔[S–S–N=S=S]−.
Passando S4N4 gassoso su argento metallico si ottiene il Polythiazyle, indicato spesso semplicemente come "(SN)x", che è un superconduttore a bassa temperatura (temperatura di transizione 0,26±0,03 K[14]). Nella conversione, l'argento dapprima diventa solfuro, Ag2S, che poi catalizza la conversione di S4N4 nella specie ciclica a quattro membri S2N2, che polimerizza subito.[1]
S4N4 + (CH3)4N+N3– → (CH3)4N+[S3N3]– + 3/8 S8 + 2 N2.
2 S4N4 + [(C6H5)3P)2N]+N3– → [(C6H5)3P)2N]+[NS4]– + 3/8 S8 + 5 N2.
S4N4 reagisce con metalli alcalini poveri di elettroni.[15]
S4N4 ha dimostrato di co-cristallizzare con benzene e fullerene (C60).[16]
Il composto similare di selenio Se4N4 è noto ed è stato oggetto di una ricerca.[senza fonte]
S4N4 è molto sensibile agli urti e bisogna evitare di macinare campioni solidi. È stato riportato che campioni più puri sono più sensibili di quelli contaminati con zolfo elementare. Esplode per accensione se acceso in grosse quantità o se confinato dentro contenitori, mentre in piccole quantità ed allo stato di polvere impalpabile tende a deflagrare. Utilizzare le normali precauzioni adottate per gli esplosivi primari.