The Lamb (L'Agnello) è una poesia del poeta e incisore inglese William Blake; è una delle poesie più note tra quelle della raccolta Songs of Innocence.
Originale (in lingua inglese) | Traduzione |
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The Lamb si compone di venti versi, tutti settenari, ripartiti in due strofe che rispondono allo schema metrico AA-BB-CC-DD EE (couplets). Il testo del poema si apre con due assillanti domande retoriche, con cui Blake si chiede le origini dell'agnello, cui chiede: «Little Lamb, who made thee? / Dost thou know who made thee?». L'agnello è un archetipo che appartiene alla simbologia cristiana, dove allude all'innocenza, alla purezza, e infine alla crocifissione di Gesù, atta a liberare gli uomini dalla schiavitù del peccato; l'«agnello di Dio», infatti, si trova nell'Esodo (29, 38), in Isaia (53, 17) e nel Vangelo di Giovanni (1, 29), dove in particolare è qualificato dall'epiteto di «colui che toglie i peccati dal mondo».[1]
Blake, dunque, domanda all'agnello se è a conoscenza dell'identità del suo creatore, di colui che lo ha cresciuto in uno scenario di tale quiete idilliaca, di colui che gli ha donato un manto così morbido, chiaro, e una voce così tenera; egli pone questi interrogativi con il candore tipico di un bambino, del quale tenta di emulare la fede semplice e spontanea. In tal senso, l'agnello è diametralmente opposto all'inquietante figura della tigre di The Tyger che, ciononostante, esiste solo come controparte dell'agnello, così come quest'ultimo comporta necessariamente la presenza della tigre.[1]
Nei versi successivi, cadenzati come se fossero una filastrocca, Blake risponde alle domande che si era posto poc'anzi: il creatore dell'agnello è colui che è «chiamato col [suo] nome», ovvero Gesù Cristo, in riferimento al sintagma precedentemente accennato. Nel verso 17, addirittura, il poeta sposta l'attenzione su di sé, affermando di essere egli stesso un fanciullo, innocente e puro come l'agnello. Secondo Blake, infatti, i bambini sono l'archetipo di uno stato ideale non ancora corrotto, essendo vivificati da un'innocenza intatta e dal potere creativo dell'immaginazione, per poi essere contaminati dall'«esperienza» e divenire adulti.[2]
In questa poesia, infine, Blake utilizza un lessico povero di latinismi e termini aulici, ma denso di arcaismi («thee», «dost», «thou», «thy»), e un ritmo concitato ed incalzante, basato sull'impiego di un andamento paratattico, con poche subordinate.