The Monks

The Monks
Paese d'origineGermania (bandiera) Germania
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereGarage rock
Rock psichedelico
Proto-punk
Beat
Periodo di attività musicale1964 – 1967
EtichettaPolydor Records
Album pubblicati1
Studio1
Sito ufficiale

The Monks fu un gruppo musicale attivo negli anni sessanta e fondato in Germania da cinque militari statunitensi di stanza a Francoforte. Il loro unico album, Black Monk Time, è considerato un capolavoro del periodo[1][2][3][4][5][6] e ispiratore di band come Sex Pistols e Clash.[7]

Il gruppo venne fondato nel 1964 come "The Five Torquays" esordendo suonando classici standard del beat del periodo o brani di Chuck Berry. Nel 1965 pubblicarono un singolo, Boys Are Boys/There She Walks. Nel 1965 cambiarono nome in "The Monks". Nel 1966 il gruppo partecipa ad alcune trasmissioni per la televisione tedesca come Beat Club, dove presentano il loro singolo d'esordio Complication.

Nonostante lo scarso riscontro commerciale del primo singolo, riescono a pubblicarne altri due, I Can't Get Over You/Cuckoo nel 1966 e, nel 1967, Love Can Tame the Wild/He Went Down to the Sea. Nel 1966 venne pubblicato anche un long playing, Black Monk Time, pubblicato dalla Polydor Records, album che successivamente venne rivalutato dalla critica nonostante all'epoca risultò un flop.[8] All'inizio del 1967 il gruppo si sciolse. Si riunirono per un concerto nell'ottobre 1999, in Germania.

Caratteristiche estetiche e musicali

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Si rasano la punta della testa, così da apparire come dei monaci, si vestono di nero e non disdegnano di indossare il saio sul palco.[1]

Il tocco d'effetto lo dà il banjo elettrico al quale viene dato un suono microfonato: Dave Day usa infatti questo strumento assolutamente atipico per il rock and roll amplificandolo con un microfono. Anche la chitarra elettrica viene suonata in modo inusuale e decisamente moderno. Si fa spesso ricorso al feedback. Dal vivo ci sono pezzi dove in due o tre suonano le percussioni o dove più componenti del gruppo pizzicano o percuotono la chitarra sdraiata sul palco. Il sound risultante è tribale, animalesco, frastornante.[7]

I loro testi sono prevalentemente a sfondo socio/politico.[1]

Album di studio

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Album dal vivo

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  1. ^ a b c The History of Rock Music. Monks: biography, discography, reviews, links, su scaruffi.com. URL consultato il 12 gennaio 2021.
  2. ^ The 200 Best Albums of the 1960s, su Pitchfork, 22 agosto 2017.
  3. ^ Andrew Perry, The Monks, Black Monk Time: pop CD of the week, in telegraph.co.uk, 23 aprile 2009. URL consultato l'11 febbraio 2012.
  4. ^ Len Comaratta, Monks - Black Monk Time, in Uncut.co.uk, 4 settembre 2010. URL consultato l'11 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2014).
  5. ^ Anthony Carew, Definitive Albums: The Monks 'Black Monk Time' (1965) Archiviato il 12 gennaio 2012 in Internet Archive., in About.com.
  6. ^ Pitulah, Record Bin: How the Monks predicted the rise of punk on "Black Monk Time", su noogatoday.6amcity.com, February 7, 2015.
    «[The Monks] released one of the first punk rock records ever recorded.».
  7. ^ a b (EN) The Monks | Biography & History, su AllMusic. URL consultato il 12 gennaio 2021.
  8. ^ Monks - Black Monk Time :: Le pietre miliari di Onda Rock

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Collegamenti esterni

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