Il tirilazad e il suo saletirilazad mesilato o U-74006F è un lazaroide studiato dalla Upjohn nel trattamento dello Stroke e commercializzato con il nome di Freedox.
Il tirilazad mesilato è l'unica molecola appartenente ai lazaroidi, ad aver trovato utilizzo e impiego clinico sull'uomo nello stroke.[1]
La (New Drug Application) NDA all'FDA è stata presentata il 13 giugno 1994;[2] successivamente sono stati 31 i paesi nel mondo cui è stata presentata la richiesta di approvazione regolatoria, il primo paese ad approvarlo è stato l'Austria nel febbraio 1995 per il trattamento di forme di emorragia subaracnoideaaneurismatica[3] nei soggetti maschi.[4]
In data 31 maggio 2003 il marchio Freedox è stato cancellato dalla Pharmacia & Upjohn Company LLC.[5][6]
In una metanalisi del 2010 condotta presso il dipartimento di Neurologia dell'Università di Sichuan in Cina, gli autori concludono che non vi sono evidenze cliniche che il tirilazard in associazione con la nimodipina sia in grado di ridurre la mortalità e gli outcome sfavorevoli nei pazienti con emorragia subaracnoidea aneurismatica.[7]
Uno studio statunitense del 2018 indicherebbe che in una analisi post-hoc il tirilazad ha mostrato di migliorare significativamente la sopravvivenza dei pazienti maschi con una lesione cerebrale traumatica (TBI) che presentavano emorragia subaracnoidea traumatica (tSAH).[8]
Secondo Kavanagh dell'Università di Sydney la farmacocinetica del tirilazad può essere così riassunta:[10]
Il tirilad ad è ampiamente distribuito nei tessuti del corpo sia dopo dosi singole che multiple.
Il 99% del farmaco è legato alle proteine, possiede un volume di distribuzione di ~ 3,33 litri kg−1.
La sua emivita è di circa 35 h, lo steady state si ottiene dopo 5 giorni di somministrazione.
Il tirilazad viene metabolizzato nel fegato in diversi metaboliti inattivi ossidati e in un metabolita ridotto l' U-89678, che è attivo.
L'eliminazione epatica del tirilazad dipende dal flusso ematico epatico e suggerisce che essa ha un rapporto di estrazione epatica medio-alta.
L'eliminazione del tirilazad e del suo metabolita attivo (U-89678) è leggermente maggiore nelle donne, a causa di differenze di genere nel flusso epatico e nel metabolismo della frazione steroide della molecola.
L'eliminazione di tirilazad è significativamente aumentata con gli anticonvulsivanti, quali la fenitoina.
Solo il 12% della dose può essere recuperata nelle urine mentre la maggior parte di esso si ritrova nelle feci.
Il tirilazad, un lazaroide, ed è un potente inibitore della perossidazione lipidica con un effetto citoprotettivo contro i ROS prodotti in risposta al trauma dei tessuti. Il tirilazad può essere usato nella prevenzione del danno tissutale secondario all'emorragia subaracnoidea (Stroke). Esso è studiato anche per le indicazioni: lesioni del midollo spinale ed anche per il trauma cranico e per l'ictusischemico.
L'indicazione approvata è: emorragia subaracnoideaaneurismatica[21] ed è in commercio nei seguenti paesi: Austria, Australia, Belgio, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, Svizzera, Sud Africa.[22]
Il farmaco è indicato solo nei maschi; poiché l'eliminazione del farmaco è maggiore nelle femmine e il dosaggio studiato è inefficace in esse.[23]
^ HB. van der Worp, LJ. Kappelle; A. Algra; PR. Bär; JM. Orgogozo; EB. Ringelstein; PM. Bath; J. van Gijn, The effect of tirilazad mesylate on infarct volume of patients with acute ischemic stroke., in Neurology, vol. 58, n. 1, gennaio 2002, pp. 133-5, PMID11781420.
^ S. Biswas, JW. Hwang; PA. Kirkham; I. Rahman, Pharmacological and dietary antioxidant therapies for chronic obstructive pulmonary disease., in Curr Med Chem, vol. 20, n. 12, 2013, pp. 1496-530, PMID22963552.
MB. Bracken, MJ. Shepard; TR. Holford; L. Leo-Summers; EF. Aldrich; M. Fazl; M. Fehlings; DL. Herr; PW. Hitchon; LF. Marshall; RP. Nockels, Administration of methylprednisolone for 24 or 48 hours or tirilazad mesylate for 48 hours in the treatment of acute spinal cord injury. Results of the Third National Acute Spinal Cord Injury Randomized Controlled Trial. National Acute Spinal Cord Injury Study., in JAMA, vol. 277, n. 20, maggio 1997, pp. 1597-604, PMID9168289.