Tony Burrough (...) è uno scenografo britannico pluripremiato, noto per il suo lavoro nel film del 1995 Richard III.
Nel 1989, ottenne la candidatura al British Academy Television Award come miglior scenografia per il suo lavoro nella prima serie di Talking Heads di Alan Bennett.[1] Ottenne la stessa candidatura nel 1996 per il suo lavoro nella miniserie del 1995 The Buccaneers.[2]
Nel 1996, è stato candidato all'Oscar alla migliore scenografia per il film del 1995 Richard III[3] ed ha vinto il BAFTA alla migliore scenografia per lo stesso film.[4] Nel 2000, è stato candidato al Primetime Emmy Award per la migliore direzione artistica per una miniserie o un film, insieme a Choi Ho Man e Dominic Smithers, per il loro lavoro nella miniserie televisiva Arabian Nights.[5]
Le scenografie di Burrough sono state elogiate da molti critici. Kenneth Turan del Los Angeles Times ha definito le sue ambientazioni in diversi film "così soddisfacenti da essere il solo motivo per vedere il film".[6] Il suo progetto del laboratorio di Babbo Natale e del villaggio degli elfi in Che fine ha fatto Santa Clause? è stato elogiato da Kevin Thomas come "la risorsa più forte del film".[7]
- ^ a b Bafta 1989 per la scenografia, su awards.bafta.org. URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ a b Bafta 1996 per la scenografia, su awards.bafta.org. URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ a b Oscar 1996, su oscars.org.
- ^ Bafta 1997 production design, su awards.bafta.org. URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ a b (EN) Outstanding art direction for a miniseries or movie, su Television Academy. URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ a b Kenneth Turan, A Chess Story With Just About All the Right Moves, in The Los Angeles Times, 20 April 2001. URL consultato il 6 marzo 2021.
- ^ a b Kevin Thomas, 'Santa Clause 2' not much of a gift, in The Los Angeles Times, 1º November 2002. URL consultato il 6 March 2021.
- ^ Episodeguide Tony Burrough, su bbc.co.uk. URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ Mary Z. Maher, The Production Design in the BBC'S TITUS ANDRONICUS, in Shakespeare Bulletin, vol. 4, n. 1, Johns Hopkins University Press, 1986, p. 5, ISSN 0748-2558 (WC · ACNP).
- ^ Bernard F. Dukore, G.B.S. Boxed, in Shaw, vol. 27, Penn State University Press, 2007, p. 217, ISSN 0741-5842 (WC · ACNP). URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ Scott Marshall, Edith Wharton on Film and Television: A History and Filmography, in Edith Wharton Review, vol. 13, n. 2, Penn State University Press, 1996, p. 25, ISSN 2330-3964 (WC · ACNP). URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ Derek Elley, Ordinary Decent Criminal, in Variety, 24 March 2000. URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ Kenneth Turan, 'Knight's Tale': Surely They Joust, in The Los Angeles Times, 11 maggio 2001. URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ Kevin Thomas, In 'Tuck', a Poetic Fable Sensitively Adapted, in The Los Angeles Times, 11 October 2002. URL consultato il 6 marzo 2021.
- ^ Stephen Holden, Holding a Moral Center as Civilization Fell (Published 2004), in The New York Times, 22 dicembre 2004. URL consultato il 7 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2021).
- ^ Carina Chocano, Their blaze of glory, in The Los Angeles Times, 1º ottobre 2004. URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ Chromophobia, su Festival de Cannes. URL consultato il 7 marzo 2021.
- ^ Joe Leydon, Garfield: A Tail of Two Kitties, in Variety, 15 giugno 2006. URL consultato il 7 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2021).
- ^ (EN) Stephen Farber, The Water Horse: Legend of the Deep, in The Hollywood Reporter, 13 dicembre 2007. URL consultato il 7 marzo 2021.